Valentino Rossi e Uccio Salucci hanno condiviso il paddock per tantissimi anni. L’attuale manager del team VR46 ha parlato del rapporto con il campione.
Valentino Rossi è la storia del motociclismo. Il centauro di Tavullia ha portato la MotoGP a un livello più alto, facendola conoscere a tutti. La sua dinastia è ora portata avanti dai giovani dell’Academy. Ha creato un super team in grado di fare la differenza ai massimi livelli nella classe regina con Morbidelli e Di Giannantonio.
La rivalità tra il pilota più vincente della scuola di Valentino Rossi, Pecco Bagnaia, e Marc Marquez tiene banco nel box del team factory Ducati. Oggi il pilota più forte corre sulla moto migliore del lotto. E questo vuol dire tanto per lo spettacolo di una categoria che dopo Rossi aveva bisogno di trovare nuovi eroi. Bagnaia, dopo due campionati vinti in top class, non sta avendo alcuna chance contro la leggenda spagnola.
L’ammissione di Uccio su Valentino Rossi
“Vale mi ha sempre ascoltato e sopportato. Se non l’avessi fatto, dicendo sempre quello che pensavo, mi sarei sentito inutile. Ma non dimentichiamo che lui ha sempre fatto la differenza e se siamo qui è grazie a lui. Uno dei momenti più felici è stato quando Vale mi ha chiamato nel 2023 dopo la vittoria di Bezzecchi. Mi disse: ‘Bravo, bravo, bravo! Abbiamo vinto una gara in MotoGP!’ È stato allora che ho capito che quello che avevamo costruito, con impegno e dedizione, stava producendo risultati concreti“, ha dichiarato il braccio destro di Valentino Rossi in un’intervista al quotidiano italiano Fan Page.

“La mia vita è cambiata molto – ha ammesso Salucci – il cambiamento è iniziato nel 2013-14, quando abbiamo fondato il team Moto3 e Moto2 con Sky. Lì ho iniziato a comportarmi un po’ meno come assistente di Vale e un po’ più come manager. Poi, nel 2020, ho detto a Vale: ‘Abbiamo fatto crescere questi ragazzi fin dall’Academy, non possiamo lasciarli ora. Dobbiamo portarli in MotoGP’. Tutto è iniziato da lì. Mi ha ascoltato, ma non è che si diventa un caposquadra da un giorno all’altro. E’ stata una lunga strada, costellata di esperienze, errori e tante lezioni apprese. Tutto è iniziato nella stagione 2014/2015, quando il capo della Dorna, Carmelo Ezpeleta, ci ha fatto sapere che la Sky voleva partecipare al Mondiale e noi ci siamo presentati come squadra. Sono già passati dieci anni. È stato un percorso complesso, ma meraviglioso“.