Il Gruppo Stellantis sta vivendo una fase di profondissima crisi con numeri a ribasso. La decisione dei vertici sta mettendo in agitazione i sindacati.
Stellantis sta scivolando in coda a Piazza Affari (Ftse Mib -1,74%) in scia alla debolezza del settore auto europeo. Il titolo cede il 3% a 11,22 euro, mentre gli investitori valutano anche le indicazioni emerse dall’audizione del Presidente John Elkann. Il numero uno del colosso italo-francese ha rassicurato i parlamentari sugli impegni presi con il Piano Italia.
Gli effetti della crisi sul gruppo ricadono sui lavoratori: un programma di uscita volontaria dal lavoro per i dipendenti in diverse strutture nell’area di Detroit e Toledo, con l’obiettivo di semplificare la sua forza lavoro negli Stati Uniti e ridurre i costi operativi. Questo programma, noto come VTEP (Voluntary Termination of Employment Program), è rivolto ai lavoratori rappresentati dalla United Auto Workers in oltre 20 stabilimenti, centri di distribuzione di ricambi e altre sedi. Possono partecipare dipendenti con almeno un anno di anzianità. Il segnale è di quelli molto negativi in una fase già di incertezza per le imposte volute da Trump.
Il programma di Stellantis
Il major nato dalla fusione tra PSA e FCA punta a riprendersi nel 2025 con nuovi modelli, prezzi modificati e marketing più aggressivo. Lo slancio verso la ripresa del produttore potrebbe essere rallentato dalle politiche dell’amministrazione Trump, destinate ad avere un impatto sulle attività dell’azienda in Canada, Messico.

Stellantis ha proposto un piano di incentivi per l’uscita volontaria destinato ai dipendenti orari rappresentati dalla United Auto Workers (UAW) impiegati in numerose strutture aziendali. Tra queste figurano il Detroit Assembly Complex, il Toledo Assembly Complex, il Trenton Engine Plant, il Warren Stamping Plant e il Warren Truck Assembly Plant. L’iniziativa coinvolge anche i centri di distribuzione dei pezzi di ricambio, il Chelsea Proving Grounds e la sede centrale di Auburn Hills.
La decisione finale sull’approvazione delle richieste di adesione sarà presa dalla dirigenza di Stellantis, che valuterà ciascun caso in base alle esigenze operative dell’azienda. Alcuni dipendenti che sceglieranno questa opzione potrebbero lasciare l’azienda entro una settimana dall’approvazione. Un quadro della situazione molto complesso che vedrà sviluppi ora dopo ora. I lavoratori italiani del gruppo stanno già cominciando a tramare, ritenendo plausibile un tracollo anche alle nostre latitudini. Del resto le scommesse elettriche, per ora, si sono rivelate essere tutte fallimentari.