Chi ha acquistato una vettura diesel non sarà contento di scoprire i rialzi previsti nei prossimi 5 anni. Scopriamo cosa è stato deciso sulle accise sul gasolio.
Tutela ambientale o nuove accise? Vediamo la questione come sta realmente. L’accisa è una “imposta indiretta a riscossione mediata, pagata cioè dai produttori o dai commercianti, che colpisce determinati beni (oli minerali, energia elettrica, alcolici, tabacchi) al momento della produzione o del consumo”. L’imposta grava sulla quantità dei beni prodotti e si esprime in termini di aliquote commisurate all’unità di misura (volume, peso) del bene. Nel caso di prodotti energetici si possono riscontrare aliquote rapportate al litro per la benzina e il gasolio.
L’accisa concorre a formare il valore delle merci, sul quale grava successivamente l’Iva. In sotanza è un’imposta sulla produzione, basata sulla quantità e che, concorrendo a formare il valore del bene, è indirettamente soggetta a Iva. Al momento, infatti, le accise sulla benzina sono di 0,72840 euro al litro mentre quelle sul diesel ammontano a 0,6174 euro al litro. Una disparità di trattamento che nel 2030 non ci sarà più. C’è anche una speranza per tutti coloro che guidando auto con motori diesel?
Novità per il prezzo del diesel
L’allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina era stato anticipato a settembre nel Piano strutturale di bilancio, scatenando non poche polemiche, ma non c’era stato seguito alla proposta. Nelle ultime settimane il tema è tornato d’attualità per la necessità di trovare risorse per il contratto del trasporto pubblico e, come previsto, la misura è stata approvata dalla commissione Finanze del Senato.

Secondo il Codacons, un aumento di 1 centesimo sulla tassazione del diesel comporterebbe per gli automobilisti di vetture a gasolio una spesa di altri 245 milioni e di 490 se l’incremento fosse di 2 centesimi. L’allineamento delle accise risponde anche all’impegno preso dell’Italia nei confronti dell’Unione Europea che considera il disallineamento come un “sussidio ambientalmente dannoso”. In questo modo eviteremo procedure d’infrazione che sarebbero potute arrivare in caso di mancato rispetto delle linee guida. Si stima che lo Stato otterrà un surplus di oltre 100 milioni di euro nel primo anno, fino a superare i 500 milioni di euro entro il 2030 e i fondi saranno destinati al trasporto pubblico.