L’Europa si è trovata attardata, notevolmente, rispetto a Cina e USA nella corsa all’elettrico. Scopriamo i motivi della debole risposta sul mercato dell’EV nell’Ue.
Le auto elettriche non decollano alle nostre latitudini e i motivi sono, principalmente, legati all’economica. Tutte le EV, comprese le city car, sono molto care. In una fase di profonda crisi gli europei devono pensare alle priorità e le automobili moderne non sembrano rappresentare più uno status symbol.
“Il Nord America – si legge nel report di T&E (analisti di Transport & Environment, organizzazione ambientalista indipendente europea) con l’intento di verificare l’andamento globale degli investimenti nella mobilità elettrica – si è mosso molto più avanti dell’Europa nell’attrarre investimenti nei veicoli elettrici, nella produzione di batterie e nella ricarica da parte delle case automobilistiche. I deboli obiettivi di elettrificazione dell’UE all’inizio del decennio e l’attrazione dei sussidi statunitensi hanno fatto sì che l’Europa si assicurasse poco più di un quarto (26%) degli investimenti globali nei veicoli elettrici annunciati tra il 2021 e il 2023“.
Dando una occhiata all’andamento globale degli investimenti, l’anno scorso in Europa sono stati investiti circa 42 miliardi di euro in EV. Si tratta di un ammontare inferiore rispetto ai 58 miliardi di euro che hanno invece preso la direzione del Nord America. Di contro, più di un terzo (37%) degli investimenti nei veicoli elettrici si è indirizzato verso Stati Uniti, Canada e Messico. A seguire, per ora distanziata dall’Europa, c’è la Cina con il suo 19% degli investimenti globali.
Per quanto riguarda la traiettoria degli investimenti in veicoli elettrici nel nostro continente, nel periodo tra il 2021 e il 2023 i maggiori beneficiari sono stati il Regno Unito (26 miliardi di euro), la Germania (13 miliardi di euro) e la Spagna (10 miliardi di euro). Quanto all’Italia, che pure è un importante polo produttivo con Stellantis in prima linea, è riuscita ad attrarre soltanto 1,3 miliardi di euro. La regolamentazione ha sempre stimolato gli investimenti green in auto pulite e ora l’Europa è in ritardo fra gli annunci, i bandi, e la messa in opera.
Una burocrazia complicata che attanaglia l’Europa. Inoltre per le batterie c’è una dipendenza dall’Asia, in particolar modo dalla Cina. Bruxelles sostiene di aver già annunciato finanziamenti fino a 3 miliardi di euro per la produzione di batterie: il primo bando da un miliardo di euro è stato lanciato a dicembre 2024. Questo il progetto della Commissione Ue, che vuole mobilitare risorse dal Fondo europeo per l’innovazione per un totale di 4,8 miliardi potrebbe essere un buco nell’acqua. Da questi report naturalmente non possono trasparire le delusione di coloro i quali hanno fatto come costruttori della passione un lavoro. Tutto è razionalizzato ormai da politiche europee e da mercati che, tra scandali vari, stanno riformulando l’idea e l’uso dell’automobile.
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