Noi italiani sappiamo bene come interpretare la sportività di una vettura scoperta. E’ in lavorazione un nuovo modello da sogno.
Creare dal nulla un’auto da corsa deve essere una esperienza inebriante. Soltanto tecnici, ingegneri e progettisti hanno la fortuna di sedersi intorno a un tavolo per decidere il design e le caratteristiche del modello.
A Valfenera d’Asti, in Piemonte, sta prendendo vita una nuova speedster artigianale biposto battezzata Rina e assemblata da Automobili Mignatta. E’ sempre più raro nell’epoca attuale vedere sorgere un progetto garagista in grado di risvegliare l’animo sopito dei puristi. Quasi tutti, oramai, si sono convertiti alle tecnologie ibride ed elettriche. Al momento si possono vedere i teaser della speedster termica all’italiana, mentre l’8 maggio sarà completamente svelata.
Speedster Made in Italy
Rina è una vettura “orgogliosamente legata al territorio piemontese, una regione dove sono nate molte pietre miliari dell’industria automobilistica internazionale – ha annunciato Josè Mignatta, Fondatore di Automobili Mignatta – È un’auto su misura, pensata per aggredire le curve delle colline del Monferrato, delle Langhe o del Roero e, allo stesso tempo, per godere degli straordinari paesaggi piemontesi. Rina è un’eccellenza di questa terra e avrà un potente motore V8 a combustione interna, conforme alle normative ambientali. Questo motore offre sensazioni forti e una colonna sonora unica e distintiva“.
La piccola azienda si è posta il target di una produzione di 30 esemplari all’anno. Sarà molto più esclusiva di una Ferrari F40. Il prezzo non è ancora stato ufficializzato ma, ovviamente, non sarà alla portata di tutti. Il design di Rina riprende lo stile delle vetture degli anni ‘60: il cofano è lungo, i parafanghi voluminosi e il retrotreno è caratterizzato da una coda tagliata. Il largo utilizzo della fibra di carbonio, impiegata per la monoscocca, la carrozzeria e numerosi altri componenti, permette un peso a secco di circa 1.000 kg.
Per un confort straordinario a bordo i sedili del guidatore e del passeggero sono stati modellati direttamente nella monoscocca in carbonio. La speedster italiana, inoltre, non ha sistemi di info-telematica o di autoradio. I componenti elettronici sono basici, perché si vuole lasciare al centro dell’attenzione l’emozione della guida e il sound del motore. Una scelta che consente di raggiungere il peso piuma. Il punto di forza è il cuore pulsante V8, posto in posizione centrale-anteriore e connesso a un cambio manuale transaxle a 6 rapporti, collegato al differenziale posteriore a slittamento limitato. La vettura promette un piacere di guida senza precedenti, forse paragonabile solo a qualche gioiello inglese ancora concepito secondo la massima del “less is more” di Chapman.