Il colosso cinese è cresciuto tantissimo nel 2024 con una gamma di prodotti sempre più estesa. E’ arrivato un messaggio eloquente ai diretti concorrenti sul mercato.
BYD ha concluso il 2024 con risultati da record. Con 4,25 milioni di veicoli passeggeri venduti ha superato il loro target di 4 milioni, di cui 1,76 milioni di full electric. Il major cinese ha scelto di differenziare la gamma, puntando anche molto sulle auto ibride. L’azienda ha registrato una crescita del 41% rispetto all’anno precedente (Phev +73%), mettendo il fiato sul collo alla Tesla e a tutti i major. La Casa californiana continuando a puntare, esclusivamente, sulle EV sta subendo una netta flessione.
Nel 2025 la BYD straccerà tutti i competitor, compreso il marchio di Elon Musk. La Casa di Austin ha aggiunto più di 733 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato dal giorno delle elezioni di Trump. Quest’ultimo non è sembrato puntare sulla vendita delle EV Tesla, andando contro ai principi green del suo predecessore alla Casa Bianca. In sostanza la BYD, oltre ad avere campo libero sul mercato interno, sta diventando il punto di riferimento a livello internazionale.
L’Europa? Chiusa in una morsa tra lo strapotere protezionistico americano e l’exploit dei nuovi marchi cinesi sta cercando di difendersi con i suoi marchi storici. Il problema è che le auto di nuova generazione prodotte nel Vecchio Continente sono, estremamente, care e fuori dalla portata della fascia media. In questo panorama futuristico i produttori cinesi, grazie a materie prime infinite, avranno il vantaggio di poter garantire tecnologie top al giusto prezzo.
In un’intervista rilasciata alla televisione nazionale cinese, Wang Chuanfu, CEO del colosso cinese, ha annunciato che i veicoli elettrici cinesi sono “avanti di circa tre-cinque anni” rispetto ai diretti competitor. Il presidente Xi Jinping e altri leader del settore tecnologico cinese hanno assicurato che le politiche protezionistiche non stiano mettendo i bastoni tra le ruote alle realtà aziendali cinesi.
La Cina ha superato il Giappone, diventando il maggior esportatore di automobili al mondo nonostante i dazi applicati a quel tempo dall’Europa (ora saliti al 35% più la quota base del 10%) e del 25% negli Stati Uniti. Il Presidente degli USA è intenzionato a portarli al 100%. La Cina riceve sovvenzioni dal governo, vanta catene di approvvigionamento molto estese e un mercato interno green in continua espansione.
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