I produttori di hypercar stanno cercando di superare le performance di una regina assoluta che attira, da anni, per una cavalleria che ridimensiona anche la potenza di una monoposto Ferrari.
Un tempo la Casa modenese era al top in termini di sportività massima e top speed. Quando si è spento Enzo Ferrari la vettura più veloce al mondo era la F40. Di acqua ne è passata sotto i ponti e a Maranello oggi non ci si concentra più sulla prestazione assoluta, ma sul lusso. Tutte le nuove auto, compresa la F80, non sono nate per piegare i record assoluti della concorrenza.
Grazie alla tecnologia ibrida le supercar e le hypercar che ormai superano la barriera dei 1.000 cavalli sono tantissime. Un limite che sino a pochi anni fa sembrava a tutti quasi irraggiungibile o limitato ai bolidi della massima categoria del Motorsport. La nuova Ferrari F80, svelata ad Imola in occasioni delle Finali Mondiali del Cavallino, è un caccia terra-terra da 1.200 cavalli circa, con aerodinamica e power unit a metà tra le auto di Formula 1 e la 499P, vincitrice delle ultime due edizioni della 24 ore di Le Mans.
Se i 1200 CV della Ferrari F80 vi sembrano tanti, forse non conoscere affondo l’hypercar market. Nel mondo sono state prodotte delle vetture, straordinariamente, performanti. Il problema è che non hanno una reale utilità sulle strade di tutti i giorni. Per ragioni di sicurezza una vettura che è nata in pista nelle mani di pro driver dovrebbe essere spremuta tra i cordoli. Sono bolidi che soffrono nei contesti urbani.
La Koenigsegg Gemera è l’auto più potente del mondo, capace di sviluppare una potenza complessiva pari a 1.700 cavalli. Sotto il cofano vanta un motore 2.0 3 cilindri da 600 cavalli, che rappresenta la parte termica, mentre ulteriori 1.100 cavalli derivano dai tre motori elettrici. La coppia complessiva è pari a 3.500 Nm.
La vettura ibrida svedese è in grado di arrivare a 400 km/h di velocità massima, con una accelerazione da 0 a 100 km/h in soli 1,9 secondi. Più che ad un’automobile, siamo di fronte ad un vero e proprio missile con 4 ruote, anche se il motore termico 3 cilindri ha fatto storcere il naso ai puristi. L’idea dietro il nome di Gemera è una combinazione delle due parole svedesi “ge” (dare) e “mera” (altro), quindi ge-mera significa “dare di più”.
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