Il Partito popolare europeo ha demolito la tendenza dell’industria automobilistica europea. Il movimento politico ha aperto a un nuovo scenario.
Gli europei stanno cominciando a stancarsi del trend che vede il car market elettrico in mano a colossi cinesi o americani. La reazione deve essere immediata prima che sia troppo tardi. Il calo dei numeri dei major del Vecchio Continente ha attirato l’interesse del partito politico più rappresentato all’interno del Parlamento Ue.
Il Partito popolare europeo ha annunciato una strategia con misure divergenti rispetto alla posizione avuta, sino ad oggi, dalla Commissione guidata da Ursula von der Leyen e, soprattutto, coerenti con molte delle proposte del “non paper” portato all’attenzione, recentemente, dall’Italia e dai Paesi membri firmatari.
L’obiettivo dichiarato è quello di “garantire la competitività dell’industria automobilistica europea” e a tale scopo è stata avanzata una richiesta di “revisione del divieto dei motori a combustione interna, un approccio tecnologicamente neutrale per incoraggiare l’innovazione, misure temporanee di sgravio per aiutare le case automobilistiche a non essere penalizzate e una spinta per una più rapida espansione dell’infrastruttura dei veicoli elettrici”.
“Chiediamo di tornare alla neutralità tecnologica come principio guida, avanziamo proposte per evitare penalizzazioni al settore e proponiamo come aiutarlo. Ci aspettiamo che le nostre proposte vengano prese in considerazione dalla Commissione europea. Tutti noi vogliamo un’industria automobilistica europea potente e di successo“, ha dichiarato Jens Gieseke, eurodeputato e coordinatore del gruppo nella commissione Trasporti.
L’Europa si è già pestata i piedi troppe volte e dovrà porre rimedio con una politica protesa a rivedere la dead line sulla vendita auto a benzina e diesel, ibride comprese, per il 2035. C’è l’esigenza di consentire agli automobilisti del Vecchio Continente di girare a bordo di auto termiche alimentate da biocarburanti. Nel Vecchio Continente c’è una certa reticenza ad acquistare auto elettriche per questi motivi.
“Siamo sempre stati a favore di un approccio che permetta soluzioni diverse, come gli e-fuel, ma anche altri carburanti che hanno un effetto significativo sulla riduzione della Co2 potrebbero giocare un ruolo importante: ci atteniamo all’idea di essere tecnologicamente neutrali, vogliamo avere carburanti alternativi, e-fuel, biocarburanti, carburanti sintetici rinnovabili“, ha affermato l’eurodeputato, confermando così l’appoggio del Ppe italiano. Le multe di miliardi metterebbero ancor più in ginocchio una intera filiera che già è crollata in crisi.
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