Quando il Gruppo Stellantis è nato c’era una prospettiva sulla tecnologia elettrica, totalmente, differente. I vertici ora stanno correndo ai ripari.
Nel 2021 l’elettrico sembrava essere l’unica strada percorribile per un marchio automobilistico europeo. Le minacce di Bruxelles sul ban commerciale delle auto termiche, ibride comprese, avevano portato tutti i principali player dell’industria dell’Automotive a investire nella produzione di auto elettriche. In particolar mondo in Europa, Stellantis aveva seguito a ruota il trend lanciato dal Gruppo Volkswagen con listini focalizzati sulle EV.
Il risultato di questa strategia, fomentata dall’ex a.d. Carlos Tavares, ha portato il colosso italo-francese a numeri a ribasso nel 2024. Se in una prima fase la tecnologia full electric era trainata da un hype che lasciava presagire una transizione concretizzabile, a pochi giorni dall’inizio del 2025 le cose sono molto cambiate. Gli italiani stanno evitando l’acquisto di una EV e persino i progressisti green non sembrano più così convinti che l’elettrico possa rappresentare una concreta svolta per loro stessi e per l’ambiente.
Carlos Tavares si era sempre dichiarato a favore del bando ai motori termici. “Il riscaldamento globale è una realtà ed è nostra responsabilità fare qualcosa per le future generazioni. Più che litigare sui regolamenti, è meglio metterci d’accordo”, aveva annunciato il portoghese lo scorso ottobre durante un’audizione in Parlamento. Poche settimane dopo c’è stato l’exit ufficiale ed è stato proprio l’all-in sull’elettrico a creare le maggiori divergenze.
Il costruttore – in base a quanto è emerso nell’incontro del Mimit – avanzerà con un programma “in linea anche con quanto tracciato dal ‘non paper’ del Governo italiano“, puntando a una diversificazione delle proposte. Non più solo auto alla spina, ma anche con motori termici alimentati da e-fuel e biofuel. Una strategia che è tesa a non creare contraccolpi ulteriori a una economia interna già fragile.
Imparato, a.d. Alfa Romeo, oggi ha assunto un ruolo chiave nel Gruppo Stellantis dopo l’exit di Tavares e ha annunciato che occorre portare le consegne dall’attuale 12% al 21%, pena “300 milioni di euro” per ogni punto percentuale mancato. In pratica 2,7 miliardi che renderebbero impossibile una ripresa. I vertici di Stellantis hanno compreso che la strategia di Tavares non solo non ha funzionato in termini di vendite, ma ha creato una immagine green che non è piaciuta ai puristi. Il potere d’acquisto alle nostre latitudini lo hanno gli adulti ed è raro che amino le EV.
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