Non ci sono dubbi sul fatto che le auto elettriche non siano gradite alla clientela, ma c’è chi pensa che non siano la causa del disastro.
Quello delle auto elettriche è un discorso molto complesso da affrontare, vista quella che è la situazione che si è creata nel corso degli ultimi mesi. Stellantis ha deciso di puntare sulle BEV per arrivare preparata al 2035, mossa che però non si è rivelata azzeccata. Tra poco più di 10 anni, in base alla decisione dell’Unione Europea, verrà del tutto stoppata la vendita e la produzione di veicoli termici nel Vecchio Continente, ma è evidente che nessuno è ancora pronto per un cambiamento del genere.
Le auto elettriche soffrono di problemi cronici che non sarà facile risolvere, tra i quali i costi di produzione troppo elevati, che si traducono in prezzi di listino esorbitanti. Volkswagen e Stellantis stanno pagando a caro prezzo le loro politiche di eccessiva fiducia verso le BEV, con stabilimenti che stanno per essere chiusi e migliaia di licenziamenti in vista. Ma c’è chi crede che la transizione green non sia la causa principale della paralisi del mercato delle quattro ruote. Ecco il parere di uno dei volti più noti del settore.
Auto elettriche, ecco le parole di Andrea Cardinali di Unrae
In un’intervista concessa a “Quattroruote.it“, il direttore generale di Unrae, vale a dire Andrea Cardinali, ha escluso che le auto elettriche ed, in generale, la transizione ecologica possano essere la causa di questa situazione di vera e propria paralisi che sta colpendo il mercato. Al massimo si possono incolpare l’incertezza e la confusione che c’è attorno ai cambiamenti di cui tanto si sta discutendo.
Ecco le sue parole: “I segnali che vediamo sono quelli di una paralisi del settore, non so quale sia il fattore che maggiormente stia influenzando la domanda, se l’incertezza, le difficoltà economiche o la confusione generale. La confusione e l’incertezza siano legate alla transizione, ma non è certo la transizione in sé la causa del problema. Questa prospettiva è stata a lungo messa in discussione, non si sa con certezza quello che accadrà nei prossimi anni, tra il 2025 ed il 2035. Il governo vuole anticipare all’inizio del prossimo anno la revisione prevista dall’Europa per il 2026. Non sappiamo se ciò avverrà o meno, ma non ne possiamo anticipare gli esiti. Tutto ciò non fa altro che aumentare l’incertezza“.