Negli Stati Uniti i tecnici hanno preferito prendere le distanze dalla tecnologia cinese. Ecco cosa si sono inventati in Stellantis per le vetture elettriche.
La sostenibilità è uno degli obiettivi principali dell’industria 2.0. L’elettrico, infatti, è il futuro dell’economia delle quattro ruote, sino ad eventuali dietrofront, ma c’è bisogno di un cambio di passo per una concreta diffusione. Troppi fattori, per ora, stanno limitando il boom di BEV su larga scala. Persino la Tesla non ha più ottenuto risultati, nel 2024, in linea con la precedente gestione.
Stellantis ha appena comunicato che per le batterie delle sue vetture elettriche americane utilizzerà grafite sintetica. Una novità tecnologica che mette in primo piano le strategie per non finire sotto le grinfie dello strapotere cinese nella fornitura di materie prime. La Cina garantisce, direttamente o indirettamente, il 90% del mercato globale di grafite, un materiale essenziale per gli anodi delle batterie al litio che utilizza la arma politica.
L’accumulatore di una vettura elettrica con batterie agli ioni di litio ne contiene tra i 50 e i 100 kg per capirne l’essenza. Tra 10 anni dovrebbero essere commercializzate solo vetture elettriche e questo vuol dire fare un enorme regalo alla Cina e alle altre realtà asiatiche che hanno queste materie prime quasi illimitate e una forza lavoro low cost. Stellantis è bersagliata dai rivali.
Stellantis, nuovo piano negli USA
Dal 2026 al 2031, i fornitori di celle del gruppo di Tavares avranno tra le 86.250 e le 115.000 tonnellate di grafite sintetica da Novonix, multinazionale australiana specializzata nella produzione di nuovi materiali per le batterie. Nell’accordo c’è lo zampino degli Stati Uniti.
In una prima fase, infatti, la grafite sintetica arriverà da un nuovo impianto di Novonix a Riverside, negli Stati Uniti. Verrà finanziato in parte dal governo Usa con oltre 200 milioni di dollari. La factory entrerà in funzione nel 2025 e avrà una capacità di 20.000 tonnellate annue. Per ora si tratta di una quantità limitata per coprire il fabbisogno americano, ma in un secondo momento dovrebbe arrivare un secondo impianto nel sud-est del Paese che avrà una capacità iniziale di 30.000 tonnellate annue, per poi arrivare a 75.000 e continuare a crescere nel tempo.