Sembrava oramai chiaro che in Casa Lotus il futuro fosse, esclusivamente, elettrico ma i vertici hanno preso una decisione epocale.
L’animo dei petrolhead è tornato a riempirsi di speranza per le ultime indiscrezioni sul brand inglese, sotto il controllo di Geely. Il marchio ha ancora sede a Hethel in Inghilterra, in un’ex base aerea ma le decisioni sono prese dal colosso cinese. La Lotus Engineering, società di consulenza ingegneristica che possiede strutture nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Cina e in Malesia potrebbe non cadere del tutto nella trappola elettrica.
In base agli ultimi rumor riportati sul magazine Autoblog la Casa automobilistica britannica sta abbandonando le sue mire espansionistiche elettriche, ritornando a puntare su tecnologie ibride e su motori a combustione interna. Si tratterebbe di un cambiamento drastico rispetto agli annunci effettuati sino a pochi mesi fa. L’obiettivo della Lotus era quella di eliminare, gradualmente, i motori a combustione interna entro il 2028 per puntare esclusivamente su EV, tuttavia a quanto pare i risultati sul mercato non sono soddisfacenti.
Il CEO ha spiegato che l’inversione di tendenza è dettata dalla necessità di migliorare la tecnologia di potenza disponibile a prescindere che si tratti di motori termici, ibridi o elettrici. L’indiscrezione è arrivata in occasione del Guangzhou Motor Show in cui il brand ha espresso il desiderio di sviluppare un sistema super ibrido che unisce la potenza dei motori a combustione interna con tecnologia a batterie a ricarica rapida, consentendo oltre 700 km di autonomia totale. Sino ad oggi i clienti delle auto di lusso sebbene progressisti green non hanno apprezzato gli ultimi progetti del marchio che, grazie a Colin Chapman, ha fatto faville con telai leggeri e motori termici.
Persino in un mercato come la Cina la volontà è quella di differenziare i prodotti nel tentativo di accogliere una fascia di clientela alta ma piuttosto esigente. I motori delle auto di lusso sono già molto potenti e l’esperienza di guida è piuttosto simile ai motori con 8 e 12 cilindri. Questa scelta deriverebbe dalla necessità di ovviare ai problemi delle prestazioni compromesse con batterie quasi scariche. In futuro potrebbe arrivare un’architettura elettrica da 900 volt che ricalcherebbe le batterie in modo rapido ma fino ad allora occorre differenziare il listino.
La Lotus Emira, auto sportiva con motore centrale del marchio potrebbe quindi sopravvivere con il propulsore ibrido. Vanta un quattro cilindri da 2,0 litri di origine AMG, il medesimo motore che si trova anche sotto il cofano della Mercedes AMGC 63 ibrida. La Lotus potrebbe garantire una tecnologia di alto profilo assicurando un’esperienza di guida top e soddisfacendo anche coloro che in passato hanno ammirato lo stile di Chapman.
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