Per anni la Volkswagen ha trainato il mercato dell’auto in Germania, assicurando ai propri lavoratori una vita più che serena. Oggi il Gruppo VW è nel caos.
Dallo scandalo del dieselgate in avanti il Gruppo Volkswagen è piombato in una crisi senza precedenti. In sede europea il produttore di Wolfsburg aveva dominato la scena sin dagli albori, grazie a modelli iconici come il Maggiolino e la Golf. Oggi i due modelli che, come una locomotiva, avevano trainato il mercato si sono arenati.
Dopo il dieselgate, per ripulire la propria immagine sporcata dallo scandalo, i vertici del Gruppo hanno deciso di puntare sulle auto elettriche. Con troppa fretta sono nati modelli che non sono piaciuti e si sono rivelati un flop. L’ID.3 sarebbe dovuta essere la nuova auto del popolo nei piani del management della VW, peccato che il prezzo è risultato fuori dalla portata della fascia media e la tecnologia full electric è stata osteggiata.
Al 30 aprile i dati della motorizzazione federale KBA hanno registrato in Germania le immatricolazioni di 243.000 nuove autovetture, in crescita di quasi il 20% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Solo 29.668 di questi erano veicoli al 100% elettrici. Il Gruppo teutonico può fare affidamento su Audi, SEAT, Skoda, Bentley, Bugatti, Lamborghini, Porsche, Ducati, Volkswagen Veicoli Commerciali, Scania e MAN, oltre alle vetture VW e questo ha mitigato la crisi economica.
Il costruttore teutonico, oltre agli enormi investimenti per il passaggio all’elettrico rivelatosi per ora un flop, deve gestire anche la crisi (-2,6% nel 2024) del settore delle quattro ruote. C’è una offerta per l’entry level che uscirà di scena. La concorrenza dei marchi asiatici ha portato ad un calo inaspettato che potrebbe portare alla chiusura di 3 impianti del Gruppo VW. I vertici stanno discutendo da settimane con i sindacati di un piano di risparmi e rilancio della competitività.
Secondo la testata economica Handelsblatt il gruppo vorrebbe risparmiare quattro miliardi. A rimetterci le spese saranno i lavoratori. Volkswagen gestisce ben 10 factory in Germania, con circa 140 mila dipendenti, di cui sei in Bassa Sassonia, tre in Sassonia e uno in Assia. A settembre, VW ha cancellato il programma di sicurezza del lavoro in vigore da oltre 30 anni. In 87 anni non era mai stata minacciata la chiusura di uno stabilimento in patria. Il timore si sta concretizzando e i lavoratori sono scesi in piazza per protestare contro delle politiche che potrebbero portare i vertici a scegliere di spostare le factory all’estero, come accaduto anni fa con la FIAT.
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