Alcuni modelli Suzuki hanno deluso le aspettative nonostante le buone intenzioni. Scopriamo quali sono stati i più deludenti e perché non hanno convinto.
La storia di Suzuki è costellata di grandi successi, ma anche di qualche clamoroso insuccesso. Nonostante la casa di Hamamatsu sia nota per la sua affidabilità e concretezza, non sempre i suoi progetti hanno centrato il bersaglio. Alcuni modelli, pur partendo da buone premesse, si sono rivelati dei veri e propri flop commerciali, lasciando l’amaro in bocca agli appassionati e agli stessi vertici aziendali.
A volte erano modelli ottimi, per cui il mercato non era ancora pronto. Ma tra i flop più eclatanti non mancano alcune stranezze di progetto, che forse non avrebbero potuto ottenere successo, in nessuno scenario immaginabile. Succede anche ai migliori, come l’amatissimo marchio di Hamamatsu certamente è.
I modelli Suzuki da dimenticare
Tra i flop più eclatanti della storia recente di Suzuki troviamo sicuramente la Gladius 650. Nata nel 2009 per dare seguito all’apprezzata SV650, questa naked di media cilindrata non è mai riuscita a conquistare il cuore degli appassionati. Il problema principale? Un’estetica discutibile, con linee ammorbidite che mal si sposavano con il carattere della moto.
La Gladius abbandonava il classico faro tondo della SV per un gruppo ottico vagamente ovoidale, con nuovi serbatoio e codone. Nonostante la meccanica fosse sostanzialmente la stessa dell’SV, con il collaudato bicilindrico da 645cc, il pubblico ha dimostrato di preferire l’estetica originale. Dopo soli 6 anni la Gladius è uscita di produzione, sostituita dal ritorno della SV650.
Un altro tentativo fallito è stato quello dello scooter Sixteen, lanciato nel 2008 per sfidare il dominio dell’Honda SH. Sulla carta aveva tutte le carte in regola: ruote da 16 pollici, motori moderni ed efficienti, finiture curate. Le prestazioni erano brillanti e l’impianto frenante addirittura superiore al rivale.
Eppure non è mai riuscito a scalfire il mito dell’SH, rimanendo relegato a un ruolo marginale. Dopo un lustro poco fortunato, il Sixteen è uscito di produzione con la chiusura dello stabilimento spagnolo. Un esempio di come sia difficile, pur con un prodotto valido, contrastare i pregiudizi del mercato.
Ma il flop più clamoroso è forse quello della B-King, l’improbabile naked derivata dalla Hayabusa. Presentata come concept nel 2001 con un motore sovralimentato da 240 CV, arrivò sul mercato solo nel 2007 in una versione molto diversa. Il turbo era sparito, sostituito da un “normale” 1340cc da 183 CV.
L’estetica era a dir poco discutibile, con sovrastrutture sproporzionate, in particolare fanale e codone. Il peso di 235 kg a secco la rendeva poco maneggevole, mentre l’assenza di controlli elettronici la faceva risultare difficile da domare. Una moto nata vecchia e fuori tempo massimo, che rimase in listino solo 5 anni.
Questi esempi dimostrano come anche un marchio blasonato come Suzuki possa commettere errori di valutazione. A volte per voler strafare, altre per aver sottovalutato le reali esigenze del mercato. In entrambi i casi, il risultato è il temuto flop.