Era solo questione di tempo: l’evoluzione ecologica, com’era prevedibile, ha coinvolto anche il settore agricolo che ha iniziato una progressiva transizione verso tecniche e prodotti più green e sostenibili, a cominciare dalle batterie. Quelle per trattori tradizionali vengono oggi sostituite con soluzioni a basso impatto ambientale, di lunga durata e riciclabili.
Batterie per trattori: efficienza e caratteristiche
La batteria rappresenta, insieme al motore, l’anima di un trattore. Essendo coinvolta in diverse aree operative del mezzo, deve essere efficiente per garantire ogni giorno ottime prestazioni. Simili per molti aspetti a quelle montate su camion pesanti e macchine movimento terra, le batterie per i trattori vanno scelte in base a diversi fattori:
• Il modello e la massa complessiva. In caso di dubbi, basta consultare la carta di circolazione e ricercare il giusto valore tra le informazioni, al fine di non compromettere i meccanismi elettronici a bordo optando per una potenza troppo elevata, o al contrario, minima;
• La potenza. I valori indicati riguardano la tensione nominale, ovvero la differenza potenziale ai poli della batteria espressa in Volt e la capacità, cioè l’energia erogata in modo continuativo per un’ora prima che la carica si esaurisca e scenda sotto i 12 V. Solitamente, quest’ultima viene espressa in Ah (ampere all’ora) ed è associata alla lettera C e al numero 20 (cioè, il numero effettivo di ore necessarie per scaricare completamente l’accumulatore). Un altro parametro è la corrente di spunto, espressa in ampere (A), ossia la potenza massima che la batteria può sviluppare nella fase di messa in moto del mezzo;
• Il clima. Nelle regioni bagnate dal mare, in cui prevalgono estati fresche e inverni miti, è sufficiente un amperaggio da 480, mentre per luoghi di montagna, con temperature più rigide, occorre ricorrere a una batteria di almeno 870 A.
Il mercato offre un’ampia varietà di batterie per trattori. I modelli più comuni sono:
• Ad acido libero o a piombo. Molto economiche, richiedono una manutenzione periodica. Di tanto in tanto, infatti, bisogna ricordarsi di controllare il livello dei liquidi e di rabboccarlo quando è necessario. In caso di surriscaldamento dovuto a cariche eccessive, la batteria potrebbe subire danni irreversibili soprattutto se la quantità di liquidi residua dovesse scendere troppo al di sotto del limite consentito;
• A gel elettrolitico. Al contrario di quelle al piombo, non richiedono alcuna manutenzione (no rabbocco), ma sono piuttosto delicate e risentono degli sbalzi termici. Per impedire che nei mesi più freddi dell’anno possano subire dei danni, è molto importante evitare i periodi di stasi prolungati. Realizzate con una miscela non liquida di acido solforico, silice e acqua, hanno la capacità di fornire un’energia costante per molto tempo, senza incorrere in pericolose perdite di acido. Sono sicure da usare in qualsiasi posizione e abbastanza resistenti alle temperature estreme. Non temono le vibrazioni e gli urti. Progettate per durare a lungo, hanno un ciclo della vita pari a 10 anni e oltre, se vengono gestite nella maniera più adeguata.
• AGM (Absorbed Glass Mat). Compatte e con una durata complessiva di circa 7 anni, questa tipologia di batteria non contiene acido liquido ma un feltro in microfibra di vetro dal forte potere assorbente che intrappola l’acido utilizzandolo in maniera efficiente. Non richiedono alcuna manutenzione e sono a prova di manomissione (zero perdite accidentali). Resistenti alle vibrazioni, per alcuni versi risultano più versatili e migliori degli accumulatori standard.
Per qualsiasi dubbio sulla compatibilità è opportuno consultare il libretto del mezzo, mentre per le operazioni di sostituzione è bene recarsi presso un elettrauto di fiducia, specialmente se non si ha la giusta dimestichezza.
L’impatto delle vecchie batterie per trattori sull’ambiente
Le classiche batterie per trattori hanno una durata media di 6-8 anni. Pensate per garantire un’elevata erogazione di energia e resistenza alle vibrazioni, offrono prestazioni eccellenti sul campo e la massima efficienza per gestire, al contempo, tutti i sistemi e le automazioni dei mezzi di ultima generazione. Tuttavia, con l’evoluzione ecologica e le normative antinquinamento sempre più stringenti, sono state evidenziate alcune criticità che hanno reso necessario passare a soluzioni meno impattanti sull’ambiente.
Il processo produttivo che include l’estrazione delle materie prime quali piombo, litio, cobalto e nichel, nonché lo smaltimento del prodotto esaurito sono due fasi che richiedono l’emissione in atmosfera di gas serra e la dispersione di inquinanti nel suolo.
Nonostante il settore agricolo si stia orientando sull’elettrificazione dei trattori, i limiti riguardo allo smaltimento e al ciclo della vita degli accumulatori rimangono gli stessi, associati a una densità energetica ancora troppo bassa rispetto a un comune mezzo a benzina o a diesel.
L’unica soluzione ad oggi capace di incontrare il parere positivo di tutti, riguarda la possibilità di prolungare la durata delle batterie trattori, riducendo al minimo gli interventi di manutenzione e riciclando i materiali contenuti al suo interno impiegandoli magari per nuovi utilizzi, ad esempio, per alimentare apparecchi non veicolari come gruppi di continuità oppure accumulatori industriali.