Prosegue senza alcun ripensamento la transizione ecologica voluta dall’Unione Europea che vede i motori Diesel sempre più anacronistici
La transizione ecologica è intoccabile. Nessun ripensamento, nessun passo indietro. Dai palazzi del potere europei le linee guida sono chiare e nette: non c’è spazio per nessun tipo di trattativa in merito alla rinegoziazione degli obiettivi fissati dal discusso Green Deal sottoscritto dai paesi parte dell’Unione Europea. L’obiettivo prefissato resta quello dello stop alla vendita di automobili e furgoni che emettono CO2 dal proprio scarico. È la fine di un’epoca, l’addio ai motori Diesel e benzina.
Ovviamente questa transizione forzata andrà supportata economicamente, visti i costi di acquisto delle nuove automobili elettriche, le uniche in grado di non emettere gas nocivi durante il loro utilizzo. Questo tema apre le porte a una miriade di dibattiti, alcuni anche fondati, sulla vera ecologia delle auto elettriche, ma quello che vorremmo approfondire in questo articolo si incentra più sulla fine della produzione delle automobili a gasolio e sul futuro del trasporto privato in Europa.
La Germania mette al bando i motori Diesel
La scure dei vari governi europei calata su tutti i motori endotermici, colpevoli di immettere nell’aria tassi di CO2 nocivi per l’uomo e per l’ambiente, sembra colpevolizzare con maggiore severità soprattutto i propulsori alimentati a gasolio. Infatti, le sempre più stringenti normative europee antinquinamento hanno portato, all’atto pratico, all’esclusione gioco forza delle motorizzazioni Diesel. Difficile per le case automobilistiche riuscire a produrre questa tipologia di propulsori rispettando la severa normativa Euro 7, soprattutto in ragione degli elevati costi produttivi e di ricerca.
In Germania è scoppiato un caso nazionale dopo che il ministro dei Trasporti tedesco, Volker Wissing, ha avanzato delle preoccupazioni circa una possibile diversa interpretazione delle normative europee in materia di omologazione dei nuovi veicoli. Secondo quanto disposto dalla legislazione europea, infatti, tutti i veicoli destinati alla vendita nel Vecchio Continente devono preliminarmente passare i test di omologazione delle emissioni provenienti dai terminali di scarico. Il problema emerso è in merito al metodo in cui vengono rilevati le suddette emissioni.
I test prevedono l’analisi in condizioni standard di percorrenza. Pare, però, che la Commissione UE voglia irrigidire i test di rilevazione delle emissioni, estendendoli a situazioni più realistiche e vicine alle condizioni reali di guida, come ad esempio registrandoli in fase di pendii o a pieno carico. Questa tipologia di rilevazione alzerebbe di molto i valori registrati, mettendo immediatamente al bando circa 8 milioni di veicoli Diesel solo in Germania. Non ci resta che attendere il giudizio della Commissione UE per conoscere il destino di milioni circolanti.