Nel Vecchio Continente c’è una certa reticenza ad acquistare auto elettriche. Il motivo è spiegato in una statistica eloquente.
L’industria 2.0 dell’Automotive è condizionata dalle decisioni sul clima prese in sede europea. Dal 2035 non verranno più commercializzate auto con motori a combustione interna, ibride comprese, per favorire la diffusione di sole EV. Una scelta che se confermata rappresenterà una svolta epocale per l’inquinamento acustico, forse meno per quello concreto legato alle emissioni di Co2 nell’aria.
Le auto elettriche avrebbero bisogno di una spinta concreta dai piani alti perché, alle cifre attuale, nessun amante di automobili sceglierebbe di rinunciare alla propria cara vecchia auto termica. Coloro che hanno il poter d’acquisto, almeno alle nostre latitudini, sono adulti che sono cresciuti a pane e odore di benzina nei polmoni. Spendere una cifra importante per l’acquisto di una EV che si svaluta a tempi record non alletta nemmeno un progressista green.
Inoltre, il piacere di guida di una vettura termica è ancora, nettamente, superiore rispetto a quella di una pesante auto elettrica. Nel segmento delle city car, probabilmente, non farebbe la differenza ma il discorso cambia per quanto riguarda berline di lusso, sportive e SUV. Con una carenza oggettiva di colonnine di ricarica appare utopistica una transizione in tutti gli angoli d’Europa, nonostante gli ecobonus. Dovrebbe cambiare, radicalmente, la fotografia delle grandi metropoli con investimenti in aree green.
Auto elettriche, il risvolto europeo
Alla fine del 2024 potrebbero essere 80.000 le EV sul nostro territorio. Non mancano i problemi di sicurezza. Rimane utopistico l’obiettivo dei 4,3 milioni di veicoli elettrici, per il 2030, stabilito nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC). L’Italia conserva uno dei parchi circolanti termici più vetusti d’Europa. In piena crisi economica solo una nicchia di persone potrà consentirsi una EV. Il futuro, quindi, potrebbe essere diverso rispetto alle aspettative alla spina.
Le politiche attuali sull’elettrificazione non risultano vincenti e sono ancora i combustibili fossili a soddisfare il 95% del fabbisogno energetico complessivo del settore dei trasporti. “A livello mondiale – ha annunciato Paolo Angelini, Amministratore Delegato di BolognaFiere Water&Energy come riportato su Formulapassion.it – il settore dei trasporti assorbe da solo il 26,2% del consumo finale di energia e nell’Unione Europea il 28%“.
In occasione di Fueling Tomorrow si è discusso degli effetti positivi dei biocarburanti sull’industria. Su 41 milioni di veicoli, le auto elettriche rappresentano meno del 5 per mille del totale circolante e le ibride non arrivano nemmeno al 5%. Quindi il futuro prossimo non sarà legato all’idrogeno e all’elettrico. Si prevede un mix con i carburanti tradizionali, che attraverso la ricerca diventeranno sempre più ecologici.