L’utilitaria italiana “comprata” da BMW: tutti ne hanno guidata una, è una leggenda

BMW ha prodotto vetture straordinarie nell’arco della sua lunga storia. Scopriamo un vera icona del brand teutonico.

Fondata nel 1917 la BMW nacque per la produzione di motori aeronautici, per poi estendere le attività fino a diventare uno dei produttori più importanti al mondo. La qualità costruttiva è stata da sempre uno dei mantra del brand, insieme alle intuizioni tecniche.

L'utilitaria italiana-bavarese
Iconico modello BMW (Adobe) Fuoristrada.it

Facciamo un passo indietro negli anni ’50 per riportarvi indietro ad un’epoca d’oro dell’Automotive. Per realizzare una vettura originale che riprendeva il progetto italiano della Iso Rivolta, in Monaco ebbero una intuizione geniale. I tecnici BMW rimasero affascinati dalla curiosa auto a 3 ruote e un ampio portellone che si apriva nella zona anteriore. Con una delegazione guidata da Eberhard Wolff, responsabile del reparto collaudi BMW, iniziarono i lavori.

In BMW avevano comprato i diritti di licenza della Isetta, che divenne così un prodotto del brand BMW. Venne creata sotto licenza, dal 1955 al 1962, entrando di diritto nel Museo della BMW. Le dimensioni della BMW Isetta sono le seguenti: lunghezza: 2,28 metri, larghezza: 1,38 metri, altezza: 1,34 metri e passo: 1,47 metri. Ha lasciato un segno così forte che ha spinto i tecnici, al Salone di Monaco 2021, un nuovo progetto moderno battezzata Microlino elettrica.

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BMW, il masterpiece iconico

La Isetta, nota nel 1955 come BMW 250, vantava un piantone dello sterzo per agevolare l’accesso, con vetri che erano ampi come quelli di una vetrina. Il progetto che doveva nascere come veicolo a tre ruote e poi divenne a quattro ruote. La Isetta, nel 1955, è stata la prima automobile al mondo, prodotta in serie, a basso consumo di carburante (3 l/100 km).

BMW, il masterpiece iconico
Linee BMW Isetta (Adobe) Fuoristrada.it

E’ stata l’automobile con motore monocilindrico più venduta di tutti i tempi con 161.728 unità vendute. Piacque tantissimo, riuscendo ad arrivare sugli 85 km/h. La trasmissione prevedeva una frizione a dischi multipli in bagno d’olio e un cambio a 4 marce, privo di retromarcia. La trazione era posteriore. L’impianto frenante era idraulico e agiva sulle ruote anteriori e sulla ruota posteriore destra. Su entrambe le ruote posteriori agiva invece il freno a mano.

Rispetto alla vettura italiana, la BMW 250 aveva la griglia di raffreddamento e il nuovo cofano motore posteriore rinnovato. I gruppi ottici anteriori erano rialzati e, internamente, nell’installazione di un piccolo impianto di riscaldamento. Alcuni la chiamano motocoupé ma ha fatto la storia nell’industria dell’Automotive ed è conservata nel Museo BMW a Monaco di Baviera.

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