Caos auto elettriche, problema gravissimo su tutte: allarme totale, è senza soluzione

Scatta l’allarme su tutte le auto elettriche, il problema è molto grave: non c’è soluzione, cosa sta succedendo

Sono giorni di grande ansia e preoccupazione per tutti i possessori di un’auto elettrica. La situazione è diventata altamente caotica a causa di un problema gravissimo che, a quanto pare, coinvolgerebbe tutti i veicoli alimentati con l’elettricità. Quello che inizialmente era un campanello d’allarme, nelle ultime ore sarebbe divampato in un vero e proprio incendio, anche per via di notizie non proprio rassicuranti. Il problema sembra infatti senza soluzione, e adesso sono in molti a chiedersi cosa si possa fare per non correre un grave pericolo.

Pericolo auto elettriche
Allarme per le auto elettriche, problema irrisolvibile: paura per gli automobilisti – Fuoristrada.it

L’allarme è scattato, e con esso la polemica. Come era inevitabile e prevedibile, in fin dei conti. L’incendio di una Mercedes elettrica in Corea del Sud, lo scorso primo agosto, si è infatti trasformato in un disastro di proporzioni immani. E non solo perché l’esplosione ha causato la distruzione di 70 veicoli presenti nello stesso parcheggio sotterraneo in cui si trovava la Mercedes in questione, ma anche per le reazioni del governo di Seul e di quello americano.

La sicurezza delle batterie al litio è tornata infatti di attualità, un tema centrale che per molto tempo era passato in secondo piano, data anche la diffusione di vetture elettriche private, o di mezzi di micro-mobilità urbana, alimentate con questo tipo di batteria. Questo nonostante di problemi simili ce ne fossero ben prima dell’incidente di Incheon, se si pensa che solo a New York, dal 2019 a oggi, si sarebbero registrati oltre 730 incendi di auto elettriche ed e-bike, per un totale di 29 morti e oltre 440 feriti, secondo quanto riportato da Automotive News.

Dati a dir poco allarmanti che, tornati in auge dopo quanto accaduto in Corea del Sud, hanno riacceso, in maniera decisamente più violenta che mai, il dibattito su quanto le batterie utilizzate per la mobilità elettriche siano o meno sicure, e al momento la tensione è salita. Anche perché, stando a quanto trapela, una vera soluzione per questo problema non sarebbe ancora stata trovata.

Allarme incendio per le auto elettriche: il pericolo è reale, cosa sta succedendo

Secondo quanto ricostruito negli Stati Uniti, nessuno si sarebbe preoccupato davvero di ideare tecniche di spegnimento per le batterie al litio in caso di incendio prima di avviare una diffusione di veicoli elettrici in tutto il mondo. E questa mancanza oggi si starebbe rivelando di gravità estrema.

Sovraccarico, surriscaldamento, esposizione a temperature troppo alte, scaricamento troppo elevato, ma anche un corto circuito o un danno da impatto sono tutti problemi che potrebbero portare allo scoppio di un incendio all’interno delle batterie al litio, e quindi delle nostre autovetture. Un fenomeno denominato thermal runaway di difficile soluzione, considerando che il litio ha la capacità di reagire con acqua sviluppando idrogeno, elemento infiammabile.

Allarme auto elettriche
Auto elettriche, allarme incendi: cosa sta succedendo (Ansa) – Fuoristrada.it

Di fatto, in questo momento non si hanno i mezzi per poter spegnere davvero un incendio in caso di esplosione in una batteria al litio. L’unica cosa possibile è utilizzare acqua o schiume per raffreddare la temperatura di quella porzione di batteria ancora integra, o irrorare anidride carbonica o azoto per cercare di placare le fiamme. In nessuno di questi casi è possibile assicurare però lo spegnimento totale dell’incendio.

Manca quindi una soluzione al problema, ed è su questo punto che il dibattito si sarebbe acceso, con toni anche piuttosto caldi. Urge infatti trovare, dopo quanto accaduto in Corea, un rimedio, e in tempi rapidi. Anche se ormai sembra essere troppo tardi, visto che la diffusione di massa di veicoli elettrici alimentati con batterie al litio è iniziata non da pochi anni, ma da ben prima della pandemia.

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