Tre grandi marchi verso il tracollo: ultimi giorni, non li vedremo più

Nuovi guai nel mondo delle auto con un altro grande marchio (il terzo nel breve periodo), costretto al fallimento per problemi economici.

Alle grandi rivoluzioni riescono a resistere soltanto i brand che hanno le spalle forti e una lunga progettualità, nonché storia di successi. Altrimenti, la clientela nell’incertezza dei cambiamenti, si affida alla propria confort zone. È quanto si sta verificando nell’epoca dell’elettrico, la quale mette in seria discussione la continuità di realtà produttive più giovani o con meno risorse per rispondere alle competitive aspettative, sia in termini di approvvigionamento che di sicurezza, dove le difficoltà non mancano per nessuno.

Questo marchio sta fallendo
Marchio auto fallisce – Fuoristrada.it

Come riferisce ‘Il Sole 24 Ore’, alla luce di tanti aspetti sui quali impegnarsi, esistono aziende che sono costrette a fare un passo indietro. Stavolta è accaduto clamorosamente all’azienda di Los Angeles fondata nel 2016 e impegnata nella realizzazione di vetture green, ovvero la californiana Fisker.

Dopo aver provato a proporre sul mercato il suo SUV Ocean a prezzo stracciato, la Fisker ha tentato più strade per salvarsi dai problemi finanziari, senza però riuscirsi. Il 17 giugno scorso ha presentato un’istanza di protezione dalla bancarotta secondo il Chapter 11, per vendere i propri beni e ristrutturare il debito, avendo terminato le risorse per distribuire sia negli Stati Uniti che in Europa. Tuttavia nel 2023 la Fisker ha realizzato 10.193 unità del proprio veicolo, non raggiungendo nemmeno il 25% dei suoi obiettivi, e venduto appena 4.929 esemplari.

La Fisker in bancarotta: altri due marchi hanno avuto un destino simile

I ricavi dell’azienda californiana sono stati complessivamente di 273 milioni di dollari, ma le perdite hanno raggiunto i 762 milioni di dollari. Una prospettiva raccapricciante, soprattutto facendo il paragone con il valore toccato in borsa nel 2021, quando il titolo raggiungeva quota 28,50 dollari ad azione, per una capitalizzazione pari a 8 miliardi di dollari. Una debacle che ha segnato un epilogo inevitabile per Henrik Fisker, in passato progettista della Bmw Z8 e dell’Aston Martin V8 Vantage, il quale già nel 2013 aveva affrontato un fallimento con la Fisker Automotive, fondata nel 2007 con Bernhard Koehler.

Fisker in bancarotta: i precedenti nell'automotive
La Fisker come altre tre aziende statunitensi: è bancarotta (ANSA) – fuoristrada

Il trauma che sta attraversando la Fisker è capitato con tratti simili a Proterra, che ha chiuso i battenti nell’agosto del 2023 nonostante l’ottimo inizio però troppo ambizioso: a complicare le attività è stata l’idea di espandere gli interessi in tre settori della mobilità contemporaneamente.

Nel momento in cui, infatti, l’azienda ha provato a vendere alle amministrazioni locali i bus elettrici, ha riscontrato lentezza nell’ottenimento dei budget ed è andata in difficoltà finanziaria. Discorso analogo per la Lordstown, la quale aveva fatto appello al Chapter 11 nei mesi scorsi, accusando la Foxconn di condotta fraudolenta e di aver mancato un accordo volto a un investimento potenziale da 170 milioni di dollari nel produttore di veicoli elettrici.

A chiudere la fila è la Electric Last Mile Solutions (come riportato da CNBC). Dopo un’indagine interna che aveva messo in luce alcuni rendiconti finanziari inaffidabili e quella della Securities and exchange commission che a sua volta aveva evidenziato la difficoltà allora di garantire finanziamenti aggiuntivi era stata costretta a dichiarare bancarotta.

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