Stellantis potrebbe attuare l’ennesimo stop con inevitabili ricadute per moltissimi lavoratori. Ecco cosa può succedere
Stellantis è il gruppo automobilistico che da qualche anno ha unito le forze di FCA e PSA, diventando uno dei più blasonati, rilevanti e competitivi dell’intero mercato dell’automotive.
Sono quindici i marchi che fanno parte della holding automobilistico. L’ultimo, sebbene non di proprietà, si è aggiunto recentemente. Si tratta della Leapmotor, azienda cinese di auto elettriche di cui Stellantis ha acquisito delle quote, occupandosi, al contempo, della produzione di alcuni suoi modelli che saranno presto disponibili anche sul mercato europeo.
Come tutti i grandi gruppi industriali, anche Stellantis può andare incontro a difficoltà come quella di cui vi parleremo di seguito. Purtroppo, ancora una volta, protagonista è l’Italia e, in particolare, uno degli stabilimenti simboli della produzione automobilistica nostrana.
L’11 luglio prossimo Stellantis celebrerà i 125 anni di storia della Fiat a Torino, presentando la nuova Grande Panda. Un evento che, tuttavia, potrebbe coincidere con un altro stop alla produzione dello storico stabilimento di Mirafiori. L’interruzione potrebbe essere di sei settimane a partire dal prossimo 15 luglio con inevitabili ricadute occupazionali.
Ma qual è il motivo? Sembrerebbe tutto quanto legato a una crisi di ordini veramente molto importante delle auto che vengono prodotte a Mirafiori, in particolare della Fiat 500 elettrica, la quale ha immatricolato solo 1.450 auto in sei mesi. Insomma, non esattamente numeri particolarmente incisivi.
I problemi di produzione, però, rischiano di mettere in difficoltà i dipendenti di Mirafiori, già provati da precedenti periodi di cassa integrazione. Lo sanno bene i sindacati dei metalmeccanici che temono che questa situazione delicata regredisca invece di migliorare sensibilmente nei mesi a venire. Un rischio concreto che costringerà, ancora una volta, a ricorrere agli ammortizzatori sociali per sopperire alla crisi in atto.
In ogni caso, lo stabilimento non si fermerà definitivamente. Nelle prossime settimane, in effetti, al suo interno lavoreranno i dipendenti dell’Hub di Economia Circolare dove solitamente vengono recuperate le materie prime dalle autovetture arrivate a fine vita, ma anche i lavoratori impegnati nel Battery Lab e gli operai impegnato nella produzione di cambi e trasmissioni ibride/i.
Svanita l’opportunità, inizialmente ipotizzata, di spostare a Mirafiori la produzione dei veicoli Leapmotor (si è optato per Tychy in Polonia), lo stabilimento di Torino dovrebbe ospitare quelli della nuova Fiat 500 ibrida. Se lo augurano davvero tutti per tamponare un’emergenza occupazionale sempre più ricorrente.
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