Nuovi guai per il gruppo Stellantis, che ora è costretto ad intimare ai propri clienti di non mettersi al volante. Cosa sta accadendo.
Vi ricordate i tempi in cui le auto erano indistruttibili e con esse si potevano percorrere centinaia di migliaia di chilometri? Al giorno d’oggi, tutto ciò è pura fantascienza, se non in rari casi, e la grande tecnologia che si è sviluppata nel corso di questi anni, non ha di certo portato grossi miglioramenti sul fronte dell’affidabilità. Il gruppo Stellantis ne sta facendo le spese proprio in questo periodo, a causa di serie problematiche che affliggono due modelli della propria gamma.
Della holding multinazionale olandese fanno parte ad oggi 15 marchi, e quelli coinvolti in questo fattaccio, per il momento, sono solo un paio. Al contrario di quanto avviene a volte in altre campagne di richiamo, Stellantis in questo caso ha addirittura chiesto di non mettersi alla guida delle auto coinvolte, a conferma di quanto sia grave il problema. Il rischio è serio, ed occorre intervenire prima che sia troppo tardi.
Stellantis, ora il rischio è davvero grosso
Nel mese di maggio, è scoppiato un vero e proprio caos all’interno del gruppo Stellantis, anche se non per colpa di esso stesso o dei brand che ne fanno parte. A finire sotto accusa sono state la Citroen C3 e la DS3, per via degli airbag difettosi prodotti dalla Takata, una società giapponese che su altri marchi ha prodotto anche delle cinture di sicurezza difettose, e sulla quale si è scatenata una vera e propria bufera.
In sostanza, è stato vietato ai proprietari di queste auto, oltre mezzo milione di veicoli prodotti tra il 2009 ed il 2019, di mettersi al volante, perché il rischio di morire a causa di airbag che potrebbero provocare gravi lesioni in caso di incidente, non funzionando a dovere. A Catanzaro ha fatto discutere la morte della 24enne Martina Guzzi, ed è così che la rivista specializzata “Quattroruote” ha deciso di chiedere un parere direttamente a Stellantis, per indagare su quanto sta accadendo.
Ebbene, la holding di John Elkann ha ribadito l’assoluto divieto di utilizzo di questi veicoli, sino a quando la situazione non sarà ripristinata. e per nessun motivo al mondo ci si deve mettere al volante. Un problema non da poco per il gruppo, dal momento che sono oltre 600.000 le unità coinvolte in questo guaio. E la soluzione non è proprio dietro l’angolo, almeno secondo quanto emerge.