Possibili due importanti ritorni di fiamma per il settore automobilistico con la rinascita di brand storici per la tradizione italiana
Per l’intero secolo scorso l’industria automobilistica italiana ha rappresentato a livello globale il punto di riferimento massimo per tutti i brand stranieri e per quegli automobilisti e gli appassionati della sportività su quattro ruote. È inutile elencare la lista di marchi che hanno fatto la storia dell’automobilismo e che tutt’oggi ricoprono una posizione predominante nel settore automotive e nel reparto corse. Come sarebbe insufficiente lo spazio da dedicare a tutte quelle vetture iconiche che hanno fatto la storia dell’automobilismo mondiale, diventando simbolo dell’italianità all’estero.
Purtroppo nel corso dei decenni non tutti i marchi sono riusciti a rimanere in vita e a proseguire la produzione industriale. Molti non hanno retto il passo di una industria sempre più sofisticata, in cui solo grazie a pesanti investimenti si riusciva a rimanere aggiornati e competitivi. Molti brand sono stati ibernati, coperti sotto un triste strato di polvere. Pare però che, per due storici brand italiani, possa esserci una resurrezione inaspettata in grado di restituire loro il lustro che meritano.
Autobianchi e Innocenti: a volte ritornano
Tra i vari marchi finiti nel dimenticatoio, lasciati lì sepolti a tempo indeterminato con l’idea un giorno di rispolverarli, ve ne sono due che attualmente risultano registrati sotto il controllo e la proprietà del gruppo Stellantis, essendo brand di proprietà dell’universo Fiat. Parliamo di due storici marchi meneghini, ossia Autobianchi e Innocenti. Forse agli appassionati più giovani questi marchi non “sbloccano ricordi” tanto per dirla in stile Millennials, però un po’ di storia automobilistica italiana farebbero comunque bene ad approfondirla.
Pensando alla Autobianchi come non far associare il ricordo alla mitica A112 sogno di milioni di giovani italiani degli anni ’80. Oppure all’importanza del brand Innocenti, l’unico ad avere rapporti commerciali con la BMC (British Motor Company) e in grado di avere la concessione per la produzione in Italia della famosissima Mini Minor a partire dal 1965 presso gli stabilimenti di Lambrate. L’idea di far risorgere questi due brand è partita dal governo italiano, che vorrebbe acquisire i diritti su di loro per poi rivenderli al miglior offerente che garantirebbe la produzione su territorio italiano.
Si sfrutterebbe una legge ad hoc in fase di approvazione della Corte dei Conti sul recupero da parte dello Stato dei marchi storici inutilizzati da più di 5 anni, per permettere poi ad investitori interessati a produrre vetture con quei marchi a patto che la produzione rimanga in Italia. Il ministero dell’industria avrebbe già registrato all’ufficio brevetti due nuovi loghi per i rispettivi marchi e pare che aziende cinesi sarebbero già pronte a rilevare entrambi e aumentare la propria produzione nel Vecchio Continente.