Il nome di Schumacher torna prepotentemente a farsi largo nel paddock di Formula 1: ecco cosa è successo nelle ultime ore
Senti Schumacher e subito pensi alla Formula 1. Tutti – anche coloro che non amano gli sport motoristici – hanno almeno una volta guardato, in passato, un Gran Premio per ammirare le gesta sportive del grande Michael, autore di una carriera semplicemente straordinaria, con setti titoli mondiali e una sfilza di record, alcuni dei quali durano tuttora. 
Da quando il leggendario Michael ha appeso il casco al chiodo, il cognome «Schumacher» non è mai sparito dal paddock di Formula 1. Perché l’ex pilota della Ferrari ha un figlio, anch’egli pilota, il quale è stato capace nel recente passato di prendersi la scena e far sognare milioni di appassionati che sognavano un meraviglioso remake.
Mick, classe 1999, ha vinto un Mondiale di Formula 2, trasmettendo la sensazione di poter, almeno in parte, ricalcare il percorso sportivo del suo celebre padre. Purtroppo, però, il suo cammino si è arenato dopo un biennio altalenante tra le fila della Haas, la scuderia all’epoca diretta da Gunther Steiner.
Quale futuro per Mick Schumacher? Sentite cosa ha detto Jean Todt
Ad oggi Mick è uscito di scena, ed è costretto ad accontentarsi del ruolo di collaudatore e pilota di riserva della Mercedes e di qualche apparizione nel Mondiale WEC con la Alpine. Ciononostante, il suo obiettivo resta quello di tornare sulla griglia di partenza della Formula 1 da pilota titolare.
Un obiettivo inseguito ormai da due anni senza successo, complice anche quel illustre cognome che pesa sulle sue spalle come un enorme macigno. La pensa in questo modo, un personaggio che la Formula 1 la conosce come pochi e che è stato, in passato, protagonista dei grandi trionfi della Ferrari, proprio negli anni di Schumacher. 
Ci riferiamo a Jead Todt, ex team principal della Ferrari nonché ex presidente della FIA. “Non posso dire che Mick sia uno dei piloti migliori sul mercato, posso dire però che è un pilota superiore alla metà di quelli che attualmente frequentano la griglia“, ha affermato il manager francese.
“Probabilmente Mick è troppo gentile, mentre in Formula 1 è necessario sgomitare spesso e volentieri. Tanti sono convinti che il suo cognome rappresenti un vantaggio, ma in realtà è al contrario. Le aspettative nei suoi confronti erano irragionevoli e la macchina fornitagli (la Haas, ndr) non era competitiva. Non è mai stato messo in condizione di mostrare il suo potenziale. La pressione alla quale è stato sottoposto è ingiusta”, ha chiosato il 78enne di Pierrefort.
Insomma, secondo Jean Todt, Mick Schumacher meriterebbe ampiamente una seconda chance in Formula 1. E chissà che qualche suo ex collega non colga al volo l’autorevole indicazione. In tal senso, segnaliamo spiragli sui versanti Williams e Alpine…