La Maserati tenta un’ultima disperata mossa per invertire una tendenza, che mette seriamente a rischio la permanenza dell’icona italiana nel settore dell’Automotive.
Nonostante la solidità e la notorietà di cui gode e con abnegazione si è conquistata il marchio Maserati, non è facile continuare a essere competitivi in un settore come quello dell’Automotive, che ha conosciuto una crisi senza precedenti, sopratutto negli ultimi anni. Alla luce dei cambiamenti con l’elettrificazione delle vetture e a causa dei conflitti di natura geopolitica nonché i limiti imposti dal Covid, riprendersi e tornare ad alti livelli di rendimento è complicato per le aziende.
La Maserati di Modena sta riscontrando dei mesi difficili, dovuti alla scarsa domanda di veicoli da parte della clientela. In particolare modo, è calata a picco la richiesta di Fiat 500e e degli altri veicoli prodotti presso lo stabilimento di Mirafiori. Perciò in prima istanza si è optato per la decisione d’urgenza di bloccare la produzione fino a settembre 2024. Ma ciò non ha sortito alcun effetto positivo e ad oggi bisogna gestire anche la crisi dello stabilimento di Modena.
Maserati in profonda crisi: si richiede l’intervento del Governo, le ultime
Alla luce di questa situazione, di recente l’Assessorato regionale allo Sviluppo Economico e del Lavoro dell’Emilia Romagna ha sollecitato un incontro urgente con il Governo per discutere delle manovre da fare. In particolare, è stato invitato Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, ad attivare un Tavolo regionale a Roma che riguarda il Gruppo Stellantis.
L’obiettivo è ad ampio raggio e prevede la valutazione del Gruppo Stellantis nella sua diffusione nazionale, sebbene si parta dall’Emilia Romagna. Il progetto sul quale si spinge è quello di aumentare la produzione di vetture all’interno dell’Italia, giungendo a oltre un milione di unità all’anno. Il Governo ha offerto e mostrato la sua volontà nel collaborare alla realizzazione della premessa, anche per sostenere lo sviluppo economico e l’occupazione nel settore.
Il presupposto di base è arrivare al 2030 con il raggiungimento di quanto proposto, ma al contempo il Governo cerca anche una seconda casa automobilistica per accrescere la produzione interna. Si era chiacchierato di colloqui e bozze di trattative in corso con BYD e Chery, ma le due aziende cinesi hanno alla fine optato per Ungheria e Spagna. Una soluzione urge tra stop produttivi e tagli al personale, quello di Maserati è un caso emblematico.