La Dacia ha cominciato la sua opera di rinnovamento. Il Duster è il vero cambio di passo ma c’è grande attesa per un altro modello.
Scordatevi l’auto spartana ed economica come vantava di essere. In realtà Dacia continua ad essere economica, anche se aumentano di poco i prezzi, ma è tutt’altro che spartana. Con la nuova gamma la casa romena del gruppo Renault vuole dare una nuova immagine di sè, più al passo con i tempi e con un appeal decisamente accattivante. Lo abbiamo visto con il restyling dei due modelli di punta, Sandero e Duster, ma è solo l’inizio.
Secondo i nuovi piani dell’azienda, il marchio punta a raddoppiare il fatturato tra il 2022 e il 2030. Sempre entro il 2030, si vuole arrivare a un margine operativo del 15%. E allora spazio a nuovi progetti che possono permettere a Dacia di raggiungere questi risultati. Per questo sta letteralmente accelerando il progetto del C-SUV che tanti aspettano.
Dacia, ecco il SUV che tutti aspettano
Lo abbiamo visto qualche anno fa come prototipo, ed è servito per il nuovo Duster. Ma ora il Bigster è sempre più realtà. La data del debutto è il 2025, quindi bisognerà aspettare, ma ne varrà la pena. Sarà un SUV di quasi 4,6 metri, che andrà a sfidare nel suo segmento il meglio che c’è ora come Ford Kuga, Opel Grandland e Citroën C5 Aircross, ma promette comunque di essere ancor più competitivo non solo per il prezzo.
Alcune foto del modello in prova su strada sono apparse nelle ultime settimane, ma ora cominciano anche ad uscire indiscrezioni sui propulsori della Dacia Bigster. Si parla di un 3 cilindri 1.2 Tce mild hybrid con 130 CV, anche con la trazione integrale, poi la variante 1.6 full hybrid con cambio automatico e 140 CV. Per non parlare poi dei posti, visto che potrebbe esserci anche la variante a 7.
La Dacia ha annunciato poi un piano di decarbonizzazione per i suoi veicoli, dalla progettazione allo smaltimento. Si cercherà di utilizzare più materiali riciclati e riciclabili possibili, inoltre il marchio ha già eliminato le cromature e digitalizzato le guide all’uso delle proprie vetture. Intanto anche le aziende diventano più green: quella di Tangeri, in Marocco, è la prima a zero emissioni di CO2 e zero rifiuti liquidi industriali, ma entro il 2030 lo saranno anche quelle di Casablanca e Pitesti.