Auto a idrogeno, funzionano davvero? Ecco tutta la verità sul carburante che vuole mandare in pensione l’elettrico

L’auto a idrogeno è davvero una svolta come sembra? Alcuni dati spiegano quale sia la verità che si nasconde dietro questi nuovi modelli

Da anni i costruttori sono alla ricerca di nuovi carburanti per abbandonare la benzina. Uno di questi è sicuramente l’idrogeno. Nonostante se ne parli però da molti anni, solo pochi costruttori hanno compiuto un passo concreto in questa direzione sul mercato. Viceversa tanti si stanno spostando sull’elettrico.

Auto a idrogeno, funziona davvero?
Auto a idrogeno – Fuoristrada.it

Da quanto si parla di auto a idrogeno? La risposta più corretta sarebbe “decenni”. Si perché l’utilizzo di questo carburante è una delle grandi utopie della mobilità pubblica e privata. La svolta di affidarsi completamente all’idrogeno anziché ai combustibili fossili affonda le radici al pre-elettrico, quando ancora le auto a batteria non erano diffuse sul mercato. Per diversi motivi, però, solo poche case costruttrici hanno investito seriamente su questi modelli, che al momento sono ancora rarissimi sul mercato.

In realtà queste macchine offrono numerosi vantaggi, come la riduzione pressoché totale delle emissioni, tali da non compromettere l’ambiente. Una transizione ecologica che si sposa appieno con l’idrogeno e il suo utilizzo come carburante. Proprio parallelamente alle BEV, ora infatti diversi marchi hanno deciso di puntare ad una mobilità che si basi su questo elemento, assai diffuso in natura.

Nello specifico i motori a idrogeno funzionano immagazzinando il gas in bombole ad alta pressione, immettendolo poi in una pila combustione denominata Fuel Cell. All’interno di quest’ultima si verifica una reazione chimica elettrochimica che genera elettricità ed emette come sostanza di scarto della semplice acqua.

Le celle a combustibile hanno in ingresso un doppio flusso, composto da idrogeno e ossigeno, con il catalizzatore che separa gli elettroni dal nucleo innescando la reazione che genera energia. Una reazione che produce vapore acqueo come “scoria” e che quindi non ha un peso ecologico rilevante.

Auto a idrogeno, pro e contro: perché sono ancora così care

Tra i lati positivi delle auto a idrogeno c’è ovviamente quello delle zero emissioni di CO2, il goal che tutti inseguono da anni con la svolta elettrica. Inoltre con l’energia elettrica che si genera nelle celle a combustibile è possibile ricaricare le batterie del motore in modo molto più rapido di un veicolo elettrico. Peer questo il tempo per un rifornimento può variare tra i 3 e i 5 minuti, qualcosa di paragonabile con una sosta dal benzinaio.

Cambia tutto con le auto a idrogeno
Finalmente arrivano le auto a idrogeno (Fuoristrada – ANSA)

Se esistono tutti questi lati positivi, quali sono gli aspetti negativi, “il dark side” che impedisce una piena diffusione sul mercato? La prima cosa che bisogna elencare è il prezzo per la realizzazione di questi modelli, che al momento è ben al di sopra anche delle BEV. Inoltre c’è pochissimo a livello di stazioni di rifornimento dedicate sul territorio (in Italia quasi nulla), che rendono le ricariche difficoltose. Inoltre c’è anche un aspetto legato alla sicurezza, per la presenza del gas compresso nei serbatoi.

Al momento per comprare un’auto a idrogeno di media portata si possono spendere attorno ai 70.000 euro. Per citarne alcune ci sono la Toyota Mirai (69.800 euro) o la Hyundai Nexo (78.300 euro), praticamente al doppio del costo di listino di una elettrica. Questo elevato dispendio deriva anche dall’utilizzo del platino per le celle a combustibile, cosa che però sta diminuendo nell’ultimo periodo.

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