Le auto a GPL stanno davvero scomparendo? Cosa dice il mercato oggi e quali sono le previsioni per il futuro.
Entrando in qualsiasi concessionario, anche in tempi recenti, le si trovava spesso in pole position tra le proposte: sono le auto a GPL o bi-fuel, ovvero funzionanti grazie al mix con benzina o diesel. Considerate da alcuni una valida alternativa all’elettrico o all’ibrido, garantendo minori emissioni nocive, avevano e ancora hanno dei pro e dei contro; ad esempio essendo equipaggiati di un gas con densità superiore all’aria, i veicoli che ne sono alimentati possono essere parcheggiati solamente in strada e mai nelle postazioni interrate o coperte, in quanto anche una piccola fuoriuscita di materiale può innescare incendi o esplosioni. Questo naturalmente sino al 2002, anno in cui è stata modificata la normativa. Le auto a GPL di ultima generazione, infatti, possono essere parcheggiate interrate ma non oltre il primo piano.
Ultimamente il numero di produzioni di questo genere è diminuito in maniera significativa, anche se la convenienza economica è rimasta tale, nella fattispecie si trovano perlopiù auto piccole e compatte, dotate del solo cambio manuale. A scoraggiare l’acquisto è poi un’altra consapevolezza, ossia che dal 2035, con l’entrata in vigore della nuova normativa europea, potrebbero uscire di scena, a favore esclusivo di elettrico e e-fuel.
Auto a GPL in crisi? La verità sulla salute di questi modelli
Per capire lo stato in cui si trova il commercio di questa tipologia di macchine occorre dire che il primo intoppo è rappresentato dal ristretto ventaglio di offerte. Se oggi tutti sono a caccia dei SUV, qui si va in una direzione opposta. Certo, come abbiamo già accennato, chi ha bisogno di un mezzo agile, da città, poco caro in fase di acquisto e poi di mantenimento è al posto giusto, ma trattandosi di una materia considerata dalle Case come obsoleta, tante hanno deciso di abbandonarne la realizzazione.
Con un presente già dalle tinte fosche, l’avvenire non promette nulla di positivo, e questo anche perché progressivamente qualunque tipo di carburante non a batteria subirà dei rincari e i Governi diminuiranno sempre di più gli incentivi e i bonus per comprare automobili endotermiche. Che vi sia un calo di appeal in atto lo si può notare in maniera chiara da quanto successo in Inghilterra, dove in un paio di anni i distributori sono passati da 1400 a 300. A fronte di tutto ciò viene da chiedersi perché investire ancora su un veicolo GPL? Le risposte sono due: il minor costo per il rabbocco e i consumi ridotti, in una fascia dal 26,3 al 53,8% in meno rispetto ad un benzina.