Questo è stato il primo, vero SUV di Alfa Romeo: purtroppo, l’estetica lasciava un po’ a desiderare e l’auto non ha conosciuto un grande successo.
La gamma del marchio Alfa Romeo si è rapidamente aggiornata con ciò che i clienti desideravano davvero: SUV e crossover, questi sono del resto i mezzi che vanno per la maggiore al giorno d’oggi. Le vetture di questo tipo non possono davvero mancare nel listino di alcun marchio, al punto che il brand italiano ora ne annovera ben tre: Stelvio, Tonale e Junior, originariamente noto come Milano.
Come spesso accade però questa idea di produrre un SUV con il marchio del Biscione arriva da molto, molto lontano: un modello che pochi ricordano e di cui perfino su internet non c’è più praticamente traccia testimonia la volontà del marchio italiano di produrre un mezzo simile già decenni fa. Peccato che, nonostante la vettura sia stata disegnata da un progettista eccezionale, il risultato sia stato tutto meno che piacevole da vedere!
I gusti sono gusti e su questo non si discute ma ci sono dei limiti. La vettura che state per vedere è arrivata quando i SUV non erano ancora così popolari ed in effetti il suo design risulta piuttosto acerbo. Forse, proprio la risposta tiepida del pubblico a questo prototipo è la vera ragione per cui l’automobile non è mai entrata in produzione ed abbiamo dovuto attendere un ventennio buono per vedere nella Stelvio il primo crossover del brand italiano.
Utilitaria con i trampoli
Presentato al Salone di Ginevra del 1997, l’Alfa Romeo Sportut Bertone non era esattamente un’automobile convenzionale per il periodo in cui è stata rilasciata sul mercato. Questo strano veicolo, letteralmente un SUV ante litteram, era lungo oltre quattro metri, dotato di trazione integrale e teoricamente di un motore a quattro cilindri da 1,970 cc di cilindrata. Diciamo “teoricamente” perché il prototipo era in realtà “statico”, creato solo per quella esposizione.
Bertone è un famoso designer di automobili che ci ha donato tanti bolidi leggendari. Nel caso dello Sportut però forse i ragazzi che hanno lavorato alla concept car si sono lasciati prendere un po’ troppo la mano: l’auto era un misto di linee classiche dell’Alfa Romeo e dettagli futuristici, realizzato in una discutibile livrea rossa e grigia, dotato di gruppi ottici che sembravano arrivare da un’altra automobile ed essere stati “saldati” a forza sul modello e di due assurdi specchietti spioventi che sembravano le antenne di un marziano.
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Al di là della sua bruttezza l’auto era sicuramente avanti sui tempi, al di là del fatto che si tratta di un vero SUV di piccole dimensioni come quelli che vanno per la maggiore oggi, sfoggiava dettagli intriganti come le maniglie delle portiere nascoste e la trazione integrale. Sfortunatamente per la casa ma fortunatamente per il buon gusto il mezzo non ha mai superato lo stadio di prototipo.