Per togliere la patente adesso ci si può avvalere anche di un altro metodo oltre all’alcoltest. La sentenza cambia tutto
Il Codice della Strada e le normative in esso contenute sono in continuo mutamento e, proprio per questo motivo, tantissimi automobilisti cercano di informarsi costantemente in merito. La recente sentenza arrivata e riguardante il tema della guida in stato di ebrezza potrebbe stravolgere le funzioni dll’alcoltest, strumento molto efficiente per stanare casi di automobilisti che guidano con un tasso alcolemico superiore alla norma.
A impugnare le normative che regolano alcune fattispecie del codice della strada sono i giudici, i quali cercano di interpretarle per decretare i loro verdetti sui ricorsi proposti dagli automobilisti. Questa volta, a pronunciarsi è stata direttamente la Cassazione, la quale ha fornito un suo parere in merito per poter scoprire se una persona sia ubriaca o meno al volante.
Prima dell’esistenza dell’alcoltest, gli agenti adibiti al controllo si avvalevano di almeno 5 metodi per poter scoprire se una persona fosse alla guida in stato di ebrezza. Si procedeva anzitutto cercando di osservare il comportamento di chi era al volante poi con alcune prove di mobilità. Anche l’interrogazione verbale, l’osservazione della guida e il test olfattivo potevano essere determinanti per poter ritirare la patente in seguito al controllo
La Suprema Corte si è pronunciata in merito a un caso di guida in stato di ebbrezza riscontrato nei pressi di Brescia. Un automobilista finito sotto accusa per guida in stato di ebbrezza aveva causato un incidente, con successiva condanna a 6 mesi, 1.500 euro di multa e la revoca della patente.
L’automobilista, tramite i suoi legali, ha impugnato la sentenza andando a sostenere il fatto che gli agenti non avevano utilizzato l’alcoltest per confermare il suo stato di ubriachezza anche se, in realtà, era stato lui stesso a rifiutarsi di sottoporsi al test.
La Cassazione però ha respinto il ricorso, dando rilevanza agli elementi valutati da parte degli agenti. La loro testimonianza, di fatto, è stata sufficiente stabilire se l’automobilista era effettivamente alla guida sotto l’effetto dell’alcol. In particolare, la sentenza ha stabilito che determinati elementi come “L’odore acre di alcol, l’incapacità di auto controllo e di rispondere alle domande rivoltegli da parte degli agenti”, sono bastati per stabilire lo stato di alterazione dell’uomo.
Dunque, in base a questo verdetto, l’alcoltest non è l’unica strumento per provare l’ubriachezza di chi è al volante. Bastano anche riscontri oggettivi riconducibili all’uso di bevande alcoliche per sanzionare gli automobilisti anche con provvedimenti che possono arrivare alla sospensione della patente.
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