Auto ad idrogeno, perché non si usano? Cosa si nasconde dietro questa scelta

Le auto ad idrogeno sono una tecnologia molto interessante, ma che non riesce a trovare spazio. Proviamo a capirne tutti i motivi.

Il mondo delle quattro ruote è alla costante ricerca di un’alternativa ai motori a combustione, che vengono giudicati ormai troppo inquinanti e dannosi per il nostro pianeta. Le auto ad idrogeno sono tra le opzioni che vengono proposte, ma è chiaro che la prima alternativa è quella dell’elettrico, sul quale tutti i costruttori hanno deciso di puntare.

Auto ad idrogeno, perché non si usano? Cosa si nasconde dietro questa scelta
Auto a idrogeno – Fuoristrada.it

L’elettrico, tuttavia, non sta ottenendo risultati di rilievo per via di costi d’acquisto troppo elevati, ma anche le auto ad idrogeno, secondo alcuni studi, non andranno lontane. Ad oggi, la loro quota di mercato è davvero minima, e per i prossimi vent’anni è prevista una crescita marginale, ed allora, è giusto porsi una domanda: perché l’idrogeno non riesce a ritagliarsi lo spazio che meriterebbe? Proviamo a capirlo insieme.

Auto ad idrogeno: dietro c’è un motivo economico

Prima di tutto, va specificato come le auto ad idrogeno siano generalmente definite fuel cell, e fanno uso di una cella a combustibile. Essa è alimentata ad idrogeno, che produce energia elettrica, che a propria volta mette in funzione un normale motore elettrico. Le vetture ad idrogeno più note in assoluto sono la Toyota Mirai e la Hyundai Nexo, e sono le uniche attualmente in vendita. Tuttavia, la loro quota di mercato è bassissima e di vetture alimentate a celle a combustibili non c’è praticamente domanda.

Toyota Mirai tutti i dettagli
Toyota Mirai in mostra (Toyota) – Fuoristrada.it

Inoltre, secondo alcuni studi, nei prossimi vent’anni la quota non aumenterà quasi per niente, mentre qualche passo in avanti potrebbe essere fatto nei camion. Vi sarete sicuramente chiesti il motivo per il quale questa tecnologia non abbia mai preso il volo, ed una delle ragioni è la quasi totale mancanza di stazioni per il rifornimento, per cui, un problema legato alle infrastrutture.

Restando in Italia, è clamoroso il fatto che ci sia solo una stazione adibita a questa attività, che è situata a Bolzano, in Trentino-Alto Adige, ma anche nel resto del Vecchio Continente ne troviamo poche, ed nel Regno Unito ne troviamo solamente 14, ed è il paese in cui ce ne sono di più.

Per quale motivo ce ne sono così poche? Semplice, le stazioni di rifornimento per l’idrogeno costano milioni di euro, e non è facile convertire i normali distributori di carburante in luoghi adatti all’idrogeno. Considerando che di auto ad idrogeno non ce n’è praticamente nessuna, si tratterebbe di un investimento, almeno ad oggi, del tutto inutile.

Un altro motivo è anch’esso economico, ma è legato alle vetture in sé e per sé. Al giorno d’oggi, le vetture a celle a combustibile costano molto più delle elettriche, che già scatenano parecchie polemiche per via dei costi d’acquisto esagerati. La Toyota Mirai costa addirittura 66.000 euro come prezzo di partenza, una cifra che in pochi si possono permettere di spendere. Dunque, è davvero complicato pensare che le cose possano migliorare, e che l’idrogeno possa essere considerato una vera alternativa ai motori termici ed elettrici.

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