La Toyota non ha mai creduto, seriamente, alla possibilità di un parco auto full electric. Ecco cosa hanno in serbo in Giappone.
Quello che fa Toyota dovrebbe essere sempre messo al centro dell’attenzione mondiale da parte degli altri costruttori di auto. Quando i tecnici nipponici hanno investito sulla tecnologia ibrida sembravano pazzi. La Prius era un’auto orribile sul piano estetico, ma estremamente innovativa. Sarebbe potuta essere un clamoroso flop, ma è diventato un punto di riferimento a livello mondiale.
Con soluzioni tecnologiche all’avanguardia la casa giapponese ha trovato il modo di spaziare da motorizzazioni ibride a quelle tradizionali termiche, senza dimenticare di scommettere sul futuro con una alimentazione alternativa. Quando tutto il mondo è risultato interessato ad investire sulle batterie agli ioni di litio delle full electric, gli ingegneri della Toyota hanno preferito interpretare l’ecologia da un altro punto di vista. Il brand nipponico numero 1 al mondo è sceso in strada con una innovazione top, abbandonando i combustibili fossili in favore dell’idrogeno.
I tecnici Toyota, storicamente, sono in grado di guardare oltre e sono diventati i pionieri di questa tecnologia green. Questi mezzi usano al proprio interno l’idrogeno come carburante, combinandolo con l’ossigeno presente nell’aria attraverso una reazione chimica in una cella a combustibile a membrana scambiante di protoni (PEMFC). Si tratta di una idea estremamente intelligente perché, a differenza delle EV, avrebbero una velocità di ricarica repentina, sostanziabile in pochi minuti. Per coloro che sono abituati ad auto a combustione interna il sistema di ricarica ad idrogeno è risultato, veramente, veloce.
Toyota, il funzionamento della Mirai
L’ammiraglia della casa nipponica è disponibile da 69.800 euro. Una cifra alta e che limita una vendita massiccia. E’ una elegante berlina lunga quasi cinque metri, basata sulla recente piattaforma modulare GA-L. Uno dei pro di questo veicolo è l’autonomia. E’ perfetta per affrontare lunghe distanze, potendo superare i 600 chilometri con una singola carica di idrogeno.
La Mirai garantisce un’esperienza di guida conveniente e comoda, dato che in appena 5 minuti, a differenza delle concorrenti elettriche, fa il pieno di idrogeno. Per mezzo di un ingegnoso sistema ideato da Toyota può eliminare dannosi agenti inquinanti come il biossido di zolfo e gli ossidi di azoto. Il problema? In Italia vi sono solo due distributori, ad oggi, di idrogeno. L’all-in sta avvenendo per le infrastrutture di ricarica delle auto elettriche ma potrebbe trattarsi di un clamoroso autogol.
Il manager Ayko Toyoda, ad inizio anno, ha manifestato le sue perplessità sulle EV. “Non importa quanti progressi facciano le auto elettriche, penso che avranno comunque solo una quota di mercato del 30% e pertanto non arriveranno a ‘dominare’ il mercato“, ha sancito il discendente della storica famiglia Toyota. A sostegno dell’idrogeno i governi dovrebbero incentivare l’acquisto di auto, realmente, eco con una rete estesa di distributori.
Siamo ancora agli albori di una rivoluzione totale. Gli automobilisti italiani, non a caso, sono ancora dubbiosi se investire i loro risparmi nell’acquisto di un’auto elettrica. C’è da fare valutazioni anche sulla reale fattibilità e sulla futura rivendita. A Mestre e Bolzano, dove sono presenti già i distributori di idrogeno, qualcuno potrebbe già puntare all’acquisto di una Mirai e testare in prima persona il top di gamma Toyota. L’alternativa è la Hyundai Nexo.