Di tentativi di emulare le Ferrari i costruttori stranieri ne hanno fatti tanti. Questo esperimento vi farà scendere una lacrima.
Il mondo delle supercar è piuttosto variegato. Quasi tutte le case produttrici di vetture estreme sono nate dopo la casa modenese. Le auto concepite da Enzo Ferrari hanno da sempre ispirato i costruttori di tutto il mondo. Non sempre le aziende che hanno lanciato nuove vetture sportive hanno avuto una lunga vita.
Oggi vi raccontiamo la storia di un brand di vetture di lusso, creato nel 1967 da Peter Monteverdi nella città di Binningen presso Basilea. Il legame con il Cavallino era già un affare di famiglia. Peter Monteverdi era figlio di un rappresentante di vetture sportive, tra cui BMW e Ferrari. Sentendosi stimolato dal prestigio di alcuni marchi storici, lo specialista decise di lanciare diversi prodotti personalizzati a suo nome.
Si trattava per lo più di auto uniche e a tiratura limitata, battezzate MBM. Tra le auto di maggiore spessore c’era una Ferrari Monza del 1958 con una carrozzeria progettata in Svizzera per la Formula Junior. La collaborazione, però, non durò a lungo. Monteverdi e Ferrari interruppero la partnership, sviluppando poi in modo indipendente vetture sportive di lusso e auto da turismo. Il brand passò dalla sigla MBM a Monteverdi.
Tra il 1967 e il 1982, il marchio di Basilea lanciò 8 differenti modelli dopo lunghi studi e concept car. Con la chiusura dell’impianto, l’area divenne un museo, noto come “Monteverdi Car Collection”. Peter Monteverdi riacquistò molti modelli per proporre una collezione completa. La punta di diamante era rappresentata dalla Hai 450 SS. Date una occhiata a questa sfida drag tra Porsche e Ferrari.
La Ferrarina fallita
Il telaio della Hai 450 SS era caratterizzato da un traliccio di tubi in alluminio a sezione rettangolare, mentre il motore era un Chrysler V8 Hemi 426 che sprigionava ben 390 CV ed era gestito da un cambio manuale ZF a 5 rapporti. Il motore era posto nell’abitacolo, alle spalle dei sedili anteriori, e consentiva all’auto di accelerare da 0 a 100 km/h in 4,9 secondi, con top speed di 295 km/h.
Il design era un mix tra una Ferrari ed una Corvette e fu opera dalla Fissore di Savigliano. Sul piano meccanico la vettura era un concentrato di soluzioni all’avanguardia. La sospensione anteriore era a ruote indipendenti con bracci oscillanti, molle elicoidali e ammortizzatori telescopici, mentre quella posteriore aveva un ponte De Dion, parallelogramma di Watt, molle elicoidali e ammortizzatori telescopici.
I freni idraulici erano a disco, mentre lo sterzo a vite e rullo. Il piacere di guida era di un certo livello. Il serbatoio aveva una capacità di 120 litri di carburante. Nelle valli svizzere faceva tremare gli chalet. Nel video del canale Rare Cars potrete farvi una idea della qualità della vettura svizzera e del lavoro svolto da Peter Monteverdi. Ai tempi voleva inserirsi nella sfida tra Ferrari e Bugatti.
Il nome “Hai” stava per “Squalo” e “450” era un riferimento alla potenza della vettura. “SS” non stava per “Super Sport”, ma piuttosto “Super Short” in riferimento all’interasse. Da importatore di Ferrari a brand con idee spaziali il passo fu breve. La strategia commerciale di Peter Monteverdi, però, ebbe poca vita. Sfidare il gigante di Maranello si rivelò un grande errore e i modelli non ebbero lo stesso successo di un’azienda rivale come Lamborghini.