Auto elettriche, guai per Aston Martin? Arriva la notizia che sciocca i fan del marchio

Il brand inglese ha cercato una svolta che, per ora, non sta pagando. Nelle ultime ore sono giunte notizie che stanno facendo tremare le gambe al boss Lawrence Stroll.

Quando il magnate canadese, padre del pilota Lance Stroll, ha deciso di investire parte del suo patrimonio nell’acquisto di una quota dell’Aston Martin, il futuro sembrava radioso. Il team avrebbe dovuto puntare ai massimi traguardi in F1, mentre il listino avrebbe dovuto arricchirsi di tanti nuovi modelli, anche alla spina, in grado di far volare i fatturati in rosso.

Auto elettriche, guai per Aston Martin?
Aston Martin, notizia a sorpresa (Ansa) tuttomotoriweb.it

Al contrario l’Aston Martin sta colando a picco. I forti investimenti su una nuova giga-factory, per ora, non hanno dato gli effetti sperati. Si è partiti da un presupposto sbagliato che un prodotto di nicchia potesse diventare popolare in una cerchia di collezionisti facoltosi. Da sempre il brand di Gaydon ha attirato una clientela selezionatissima che, magari, in garage avevano già Jaguar, Ferrari e altre supercar da sogno. La gamma è sempre stata limitata a pochissimi modelli di prestigio.

La strategia commerciale del marchio inglese è cambiata con l’acquisizione, il 31 gennaio 2020, da parte di Lawrence Stroll, con 182 milioni di sterline, del 25% dell’azienda. E’ cominciata una nuova fase che avrebbe dovuto spingere la casa di Gaydon al livello dei principali competitor. La ristrutturazione ha portato ad un flusso di cassa di 318 milioni di sterline, attraverso una nuova emissione di diritti, creando una base di 500 milioni di sterline per la società inglese.

Dopo quattro anni la situazione non è decollata. Nonostante l’esperienza di imprenditori come Ernesto Bertarelli e il numero 1 della Mercedes-AMG Petronas Motorsport, Toto Wolff, rispettivamente con il 3,4% e il 4,8% delle quote del produttore inglese, gli appassionati non sono rimasti ammaliati dai nuovi progetti. E’ saltato Andy Palmer ed è stato promosso, nelle vesti di a.d., Tobias Moers. La crisi economica generale non ha lasciato scampo alla crescita del brand.

Aston Martin, crisi nera

In cerca di una chiara identità in vista del clamoroso passaggio alle motorizzazioni elettriche, in casa Aston si è puntato su uno Sport Utility Veichle dalle dubbie qualità. La DBX, presente anche come Pace Car nel circus della F1, è stata criticata persino dai piloti. La vettura sarebbe risultata troppo lenta per guidare il gruppo nelle vesti di Safety Car. Una immagine pessima per la casa inglese che aveva spinto al massimo sul creare una alternativa a Bentley, Lamborghini, Porsche e altri brand che hanno puntato sui SUV.

Aston Martin, crisi nera
Il brand inglese ha cercato una svolta (Ansa) tuttomotoriweb.it

L’azienda, non concepita per avere grandi volumi di vendita, ha accumulato debiti per circa 1,4 miliardi di dollari. In una fase di crisi generale dell’industria delle quattro ruote, stride, fortemente, la crisi in cui è piombata l’Aston Martin. I fatturati di Ferrari, Lamborghini, Porsche sono esplosi con il lancio della Purosangue, della Urus e della Cayenne. L’incertezza sui tagli dei tassi sta rendendo ancora più difficile il quadro generale dell’AM e potrebbero saltare altre teste.

Le ultime notizie parlano addirittura di una frenata sul primo modello full electric della casa inglese. Il debutto sarebbe dovuto essere previsto per il 2026, ma la domanda sarebbe già risultata inferiore rispetto alle aspettative. Nei piani l’EV sarà dotata della tecnologia sviluppata da Lucid Group per prestazioni da brividi. Inoltre, le linee avrebbero dovuto ricalcare quelle degli storici modelli della casa di Gaydon.

I vertici dell’Aston Martin ora devono gestire la grana relativa ai debiti. La prima full electric della storia può aspettare. Il boss Lawrence Stroll ha annunciato che il ritardo nella realizzazione dell’auto elettrica Lucid è attribuibile, almeno in parte, alla scarsa domanda dei clienti.

Ha dichiarato che la richiesta per i veicoli full electric, in particolar modo nelle fasce di prezzo proposte da Aston Martin, non è stata quella attesa due anni fa. Non c’è fretta di fiondarsi sull’elettrico perché, ad oggi, non si venderebbe se non per poche unità. La situazione si sta facendo critica per chi si è lanciato troppo presto sul business delle EV. Il brand ha anche chiesto un prestito obbligazionario di 121 milioni di dollari da rimborsare nel 2026.

Gestione cookie