Il rilancio della De Tomaso è ancora in bilico. Intanto c’è chi ha costruito una supercar ispirata ad uno storico modello della casa modenese
Ben prima della nascita della Lamborghini, Enzo Ferrari aveva un rivale con i fiocchi in quella che oggi è stata definitiva la Motor Valley. Grazie agli investimenti della Rowan Controller Industries, una piccola officina modenese divenne la Automobili De Tomaso.
ll pilota italo-argentino Alejandro de Tomaso cominciò con l’elaborazione di vetture sportive per privati. La voce iniziò a girare in fretta e la qualità delle automobili portò alla realizzazione di vetture in serie e prototipi estremi.
La Pantera divenne la punta di diamante di una produzione raffinata. Le soluzioni innovative delle De Tomaso arrivarono anche all’orecchio di Frank Williams che si avvalse dell’azienda italiana per il campionato F1 del 1970. Dato il successo e il know-how ottenuto, la De Tomaso prese parte anche, con una scuderia privata, a due annate nella massima categoria del Motorsport.
Erano anni d’oro per le squadra italiane. Nel 1961, la De Tomaso divenne fornitore dei telai per la Scuderia Serenissima e per la Scuderia Settecolli dal 1961 al 1963. Il costruttore modenese si qualificò a 12 Gran Premi, registrando 10 ritiri e 2 non classificazioni. Purtroppo come tanti altri top brand non ha trovato sul suo cammino una holding automobilistica pronta ad investire, come è accaduto alla Lamborghini, e così la De Tomaso ha chiuso i battenti.
A distanza di anni il carrozziere italiano Ares ha svelato le linee di una iconica vettura anni ’70 di chiara ispirazione De Tomaso, con un potente V10 derivato dalla Lamborghini e una carrozzeria in fibra di carbonio. La vettura si chiama Panther Evo ed è scaturita da un lavoro di 8 anni. La realizzazione, fatta a mano, ha molto in comune con la Huracan, a partire dal telaio e dalla trasmissione, oltre al V10 da 5,2 litri montato centralmente che sprigiona 641 cavalli.
La vettura presenta 10 cavalli in più di una Lamborghini Huracan STO, grazie alla messa a punto specifica degli specialisti Ares. La potenza è distribuita su tutte e quattro le ruote, in combinazione ad un cambio DCT a sette velocità. Nonostante la presenza di uno schema ad H per il cambio, la vettura vanta modernissimi paddle e il selettore del cambio centrale tra i sedili viene sfruttato per alternare tra guida, folle, retromarcia e parcheggio.
Le prestazioni sono di tutto rispetto. Da 0 a 100 km/h la Panther Evo scatta in appena 3,1 secondi. Uno dei tratti di forza della vettura è la fibra di carbonio che riesce a limitarne il peso. Alla bilancia la Panther Evo non supera i 1.423 kg.
Esteticamente è un tuffo in un passato dove le vetture lasciavano un segno. Risulta più pesante di 84 kg di una Huracan STO, ma gli interni sono curati con finiture in pelle nappa e alcantara, mentre i sedili sono in carbonio. I rimandi all’originale Pantera sono numerosi. La plancia è molto simile, ma su questa versione spicca un display centrale per l’infotainment.
Conservato il design a cuneo della Pantera, ma con una aerodinamica estrema per tenere incollata la vettura al suolo. Sono presenti tantissimi dettagli speciali che la rendono unica nel suo genere. I clienti che vorranno mettere le mani su una supercar dal sapore antico non si faranno troppi problemi a sganciare una cifra importante. Nel dettaglio il prezzo non è ufficializzato, ma considerate che un progetto così supererà di gran lunga il costo di una Huracan STO.
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