E se il mercato delle auto elettriche non decollasse? E’ la domanda che iniziano a porsi anche le case costruttrici in tante realtà del mondo. Ecco cosa sta accadendo.
Nell’industria dell’Automotive 2.0 si è partiti dal presupposto che con una imposizione netta gli automobilisti avrebbero fatto a meno del piacere di guidare auto termiche per sposare l’avventura silenziosa su quattro ruote. Le auto elettriche, invece, hanno convinto poco e convincono sempre meno. Sono care e non trasmettono le stesse sensazioni di un’auto con motori a combustione interna.
Perché coloro che hanno viaggiato per una vita su potenti V6, V8, V10 e persino V12 dovrebbero rinunciare pagando anche di più per una EV? La mancanza di una rete infrastrutturale estesa ha portato le auto elettriche sull’orlo del baratro. La tecnologia, in termini di autonomia, sta progredendo ma il panorama intorno non è ancora pronto alla clamorosa transizione. In una fase di crisi economica con pochi precedenti storici per l’Unione Europea, stona non poco la dead line del 2035.
Seguendo il diktat europeo tra 11 anni verranno immatricolate solo auto a zero emissioni. Di conseguenza l’intera popolazione dovrebbe adattarsi, facendo un investimento che nel tempo non dura. Il mercato dell’usato parla chiaro: la svalutazione delle EV è altissima. La responsabilità sta tutta nel pacco batteria che dopo un certo numero di ricariche o di anni ha bisogno di una sostituzione. Lasciando da parte il discorso dello smaltimento in merito all’impatto ambientale, ma i costi sono proibitivi.
Il potente Gruppo Volkswagen, secondo costruttore al mondo, si è lanciato con grande slancio sulla tecnologia agli ioni di litio, promuovendo un listino piuttosto ampio e variegato. La conseguenza è che le EV non hanno avuto un impatto forte, salvo ecobonus. Vetture come la ID.3 avrebbero dovuto sostituire icone termiche come la Golf, ma non sono piaciute nemmeno sul piano del design. Le conseguenze, in termini di vendite, sono emerse in modo lampante.
Toyota aveva in modo eloquente annunciato, tempo fa, il calo drastico a cui sarebbe andato incontro il mercato dell’auto con le proposte alla spina. Nel 2023, in Italia, la quota di mercato delle EV è stata poco superiore al 4%. Le cose non vanno meglio in Germania. L’anno è cominciato con un crollo del 54,9% rispetto al mese precedente. Non se la passano granché bene nemmeno le auto ibride plug-in, la cui decrescita è stata del 19,6%.
Il mercato dell’EV era stato trainato in precedenza da un piano di incentivi stabiliti dal Governo di Berlino, tuttavia dopo un boost iniziale, stanno tornando in auge persino le motorizzazioni tradizionali. L’analisi proposta dalla German Association of the Automotive Industry, conosciuta come Vda, hanno sancito che le immatricolazioni delle auto diesel sono cresciute del 9,5%, quelle dei modelli a benzina del 9,1% e quelle delle vetture alimentate a Gpl del 43,9%. Ecco come funzionano gli ecoincentivi italiani.
La crisi dell’elettrico sarebbe dettata da diversi fattori. Le vetture termiche continuano a piacere e il crollo del segmento a zero emissioni sembra oramai irreversibile, senza ecobonus. Persino i più progressisti iniziano ad avere dei seri dubbi sull’acquisto di un’auto alla spina. Di conseguenza gli automobilisti, mediamente, continuano a tenersi stretti i cari vecchi modelli termici.
La debolezza dell’economia teutonica sarebbe una delle cause della crisi delle EV. Non vanno dimenticati anche i costi dei finanziamenti proibitivi per la fascia media e le forti tensioni geopolitiche. L’anno è cominciato nel segno della crisi, ma la vision generale sull’elettrico continua ad essere con più ombre che luci.
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