Toyota è leader del mercato italiano dei SUV di segmento A e B, ma un tempo puntava anche a veri e propri mostri in stile Hummer.
Il Gruppo numero 1 al mondo è diventato un punto di riferimento in materia di Sport Utility Veichle con il lancio della prima serie della Rav4. Il mercato poi è, letteralmente, esploso nella direzione di SUV agili e leggeri e persino negli Stati Uniti bestioni come l’Hummer hanno perso il loro appeal. I vip hanno incominciato a comprare vetture ibride e ad allontanarsi da questo concetto di vetture a ruote alte squadrate, preferendo SUV più sportivi e meno pesanti.
Seguendo il diktat a stelle e strisce in Giappone provarono a costruire auto mastodontiche. La Toyota fece la sua parte con il lancio del Mega Cruiser. Fu prodotta, inizialmente, in 133 esemplari, basati sulla BXD10 High Mobility Vehicle (o HMV) Toyota, un mezzo nato dal concetto di High Mobility Multifunction Wheeled Vehicle (HMMWV) americano, ovvero l’Hummer da guerra. Il prototipo del Mega Cruiser fu svelato al 30° Motor Show di Tokyo nell’ottobre del 1993, mettendo in prima linea l’ambizioso obiettivo del brand nipponico.
Un enorme e pesante 4×4, pensato principalmente per uso militare, allo scopo di emulare l’Hummer, lasciò tutti senza parole. La produzione della Mega Cruiser cominciò alla fine del 1995 presso lo stabilimento Toyota di Gifu Auto Body. Il veicolo è stato proposto, ufficialmente, per le vendite civili nel 1996, essendo un perfetto mix tra robustezza da WWII e utilità civile, elaborato per una clientela premium del mercato interno. Niente a che vedere con i moderni SUV Toyota, concepiti con motori ibridi per rispondere ad esigenze green.
La vettura a ruote alte montava un motore turbodiesel a 4 cilindri in linea da 4,1 litri con 153 CV e 282 lb-ft di coppia. Il Mega Cruiser aveva un cambio automatico Aisin-Warner a 4 velocità, quattro ruote motrici, tripli bloccaggi del differenziale, quattro ruote sterzanti e un sistema di gonfiaggio centrale degli pneumatici opzionale. Un mezzo pronto ad affrontare un altro attacco americano.
Fu realizzato in due varianti principali: il BXD10 per scopi militari, ovvero per le forze di autodifesa giapponesi, e il BXD20 per uso civile, che comprendeva anche la disponibilità per gli agenti della polizia e i vigili del fuoco, oltre a uso personale per pochissimi eletti. In totale ne furono costruiti circa 3.000, di cui solo 133 nella versione civile. Il look è molto simile alla variante americana dell’Hummer. I due robusti mezzi militari non hanno parti in comune.
Il Mega Cruiser ha una serie di tecnologie non presenti sull’originale modello americano. La Toyota, in ogni caso, ha preso molto dal mercato a stelle a strisce, anche per quanto concerne la Jeep. Le Toyota 4×4 pronte ad affrontare anche i terreni più ostici sarebbero state sviluppati nel programma Land Cruiser. Il nome Mega trasmetteva già la sua robustezza. La Mega Cruiser è rimasta la più grande 4×4 di produzione Toyota.
I tecnici, 30 anni fa, fecero un lavoro impressionate, adottando sospensioni anteriori e posteriori indipendenti con assi a portale che garantivano un altezza da terra fino a 420 mm nel punto più basso. Aveva anche quattro ruote sterzanti a fase inversa, freni a disco interni anteriori e posteriori, bloccaggi differenziali anteriori, posteriori e centrali e un sistema di trasmissione con riduzione al mozzo. Con un peso a vuoto di 2.850 kg vantava un passo di 3.395 mm. La lunghezza complessiva è di 5.090 mm, è alta 2.075 mm e larga 2.170 mm. Date una occhiata al video in alto del Chris ONeill per maggiori dettagli. La produzione terminò in Giappone nel 2002.
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