Le provocazioni in quest’epoca caratterizzata dai social network fanno parte del gioco. Ecco cosa è accaduto ad un imprenditore italiano.
Sarà per la qualità o forse per la frase pronunciata da Frank Sinatra sui prodotti della casa di Sant’Agata Bolognese che le Lamborghini hanno acquisito un fascino irresistibile per la classe alta. Tutti coloro che hanno la possibilità economica di acquistare una supercar si trovano, alle nostre latitudini, davanti ad una scelta quasi ideologica. Chi acquista Ferrari, difficilmente, si lascia tentare dalle Lambo e viceversa.
C’è un modello che ha messo tutti d’accordo e che ha lasciato un segno nei tempi moderni. La Aventador è tra le vetture più potenti mai uscite dalle fabbriche costruite da Ferruccio. E’ stata sostituita nel 2023 dal lancio della Revuelto, tuttavia fa ancora parlare di se. E’ possibile riconoscere il DNA Lamborghini in ogni dettaglio della Aventador.
Fu svelata in occasione del Salone dell’Automobile di Ginevra nel 2011. Lasciò tutti senza fiato per sue linee tese, estremizzando i concetti spigolosi della Murcielago. Le prese d’aria e lo splitter consentono un flusso d’aria supplementare per ottimizzare l’efficienza aerodinamica e il raffreddamento del motore. Le prestazioni della Lamborghini Aventador, grazie ad un potente motore V12, sono da capogiro: accelerazione da 0 a 100 km/h in 2,8 secondi, da 0 a 200 km/h in 8,7 secondi, e una velocità massima di 355 km/h.
A vettura ha rappresentano un salto in avanti anche sul piano del piacere di guida. Il telaio è in una monoscocca in fibra di carbonio di appena 1.550 chili. La supercar del Toro presenta quattro modalità di guida: Strada, Sport, Corsa, ed Ego. La Aventador è un sogno per gli appassionati di vetture sportive e, forse, proprio per questo l’imprenditore Marco Melega ha lanciato una provocazione sui social. E se ora le forze dell’ordine rispondessero con una operazione in Urus?
Il post lanciato su Instagram da Melega ha ottenuto il suo scopo. E’ scoppiato un vero e proprio caso su una questione piuttosto delicata in Italia. L’imprenditore ha divulgato sui social la notizia di aver lucidato la sua Lamborghini Aventador con delle cartelle esattoriali. Il 51enne, condannato a 10 anni e 5 mesi per diversi reati finanziari, ha messo in mostra plateali rimostranze nei confronti della giustizia, usando il suo profilo Instagram come mezzo di comunicazione.
Non è la prima volta che il sistema italiana viene scardinato con questa strategia comunicativa. Le cartelle esattoriali emesse nei suoi confronti dall’Agenzia delle Entrate, per un totale di 50 milioni di euro, sono servite per far risplendere la sua Lambo. “La carta non si butta. Si usa. Soprattutto quella molto cara. Siate liberi di commentare con suggerimenti alternativi su come utilizzare carta che costa 50 milioni di euro. Tu cosa faresti?“, ha affermato l’imprenditore.
Si è scatenato il putiferio sui social. Sono arrivati commenti che hanno sostenuto la sua posizione e altri che lo hanno criticato. Melega ha poi aggiustato il tiro. Ha annunciato in un post: “Doverose precisazioni rispetto alle carte da 50 milioni postate ieri, che costituiscono una semplice provocazione atta a sensibilizzare un aspetto nel rapporto tra istituzioni ed imprenditori che a mio parere va ottimizzato. Massimo rispetto per tutti“.
Ha poi preso di mira i giornalisti 2.0 per gli articoli che sono emersi sul suo conto nelle ultime settimane. Ha chiuso in bellezza con una foto della sua supercar lucidata. “Una vettura unica al mondo. L’unico esemplare di Lamborghini Aventador MM Special Edition. Pulita solo con cartelle esattoriali da 50 Milioni di Euro. Dotata di originali tappetini di carta costosissima. Non ha prezzo“, ha ammesso Melega.
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