Le auto di F1 sono le più tecnologiche e veloci del mondo, ed oggi vi parleremo della loro retromarcia. Ecco come la usano.
Attorno al mondiale di F1 ci sono sempre tante curiosità da parte degli appassionati, ma soprattutto da chi non ha ancora una conoscenza specifica della materia. Queste vetture sono le più veloci e tecnologiche del pianeta, che con il tempo stanno diventando sempre più complesse, ed interpretare quelli che sono i loro comportamenti non è affatto semplice. Ciò su cui non ci sono dubbi è che sul fronte prestazionale sono al top, con le performance che migliorano di anno in anno.
A volte, soprattutto per chi sta conoscendo la F1 man mano, viene naturale porsi delle domani anche banali, ed oggi vi parleremo di un argomento che sembra scontato, ma in realtà non lo è per niente. Stiamo infatti per concentrarci sull’aspetto legato alla retromarcia, provando a capire se essa sia presente o meno sulle monoposto, e su quello che può essere il suo funzionamento.
Prima di tutto, occorre rispondere a quella che è la domanda che ci siamo posti nel titolo. Le F1 sono dotate di retromarcia, ma essa viene utilizzata molto poco. Dietro a questo scarso uso del sistema ci sono alcuni divieti imposti dalla FIA, che in diverse zone e situazioni di gara, per motivi di sicurezza, impone l’obbligo di non ingranare la retromarcia.
Tuttavia, il dispositivo è presente su tutte le auto, ed ora daremo un’occhiata al suo funzionamento. Per fare retromarcia l’auto deve essere ferma e mettere in folle, ed in seguito si può ingranare questa opzione sul volante. Mettiamo caso che un pilota finisca fuoristrada in sesta marcia. A quel punto, deve scalare tutte le marce sino al folle, per poi premere il tasto “R” sul volante, che sarebbe, appunto, la retromarcia.
Tuttavia, ingranarla porta ad una grave perdita di tempo, il che, spesso e volentieri induce coloro che sono al volante a non inserirla. Molti preferiscono fare percorsi alternativi passando anche sullo sporco pur di non mettere la retro, che in F1 è davvero problematica da utilizzare. Infatti, i piloti la sfruttano solo in situazioni in cui non hanno alcuna alternativa, come quando si trovano davanti ad un muro e non c’è la possibilità di fare altrimenti.
Ciò che la quasi totalità dei piloti fanno è effettuare un testacoda rapido che gli permette di tornare in pista subito, senza dover perdere troppo tempo, ovviamente limitando al massimo i pericoli. Nella storia del Circus odierno, ricordiamo pochi casi di utilizzo della retromarcia, come quello che ha visto protagonista Lewis Hamiltona ad Imola nel 2021, che generò non poche polemiche.
Il sette volte campione del mondo, finito largo alla Tosa, si trovò di fronte al muretto, e decise di effettuare un lungo tratto in retromarcia, con una manovra anche pericolosa, che però non venne sanzionata dai giudici di gara. Per questo motivo, molti preferiscono evitare rischi e polemiche, anche se quando non ci sono alternative, la retromarcia si può rivelare anche molto utile.
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