Un nuovo decreto è pronto a rivoluzionare tutto: ecco cosa cambia e quali sono le novità principali previste
In Italia sono tantissimi gli appassionati di auto storiche; queste vetture, infatti, stanno diventando sempre più popolari grazie alla riscoperta dei grandi classici vintage. La possibilità di riavere la targa originale con cui l’auto, la moto o il mezzo agricolo era stato immatricolato per la prima volta è una battaglia che automobilisti e appassionati di tutta Italia stanno portando avanti da anni.
I motivi alla base della questione sono molteplici. Per qualcuno c’è una motivazione puramente estetica, per altri l’interesse è collezionistico, per altri ancora la volontà di mantenere il veicolo più fedele possibile all’originale. Per tutti, adesso, è arrivato un decreto che è pronto a rivoluzionare il settore.
Il Decreto targhe storiche, infatti, è finalmente diventato operativo a tutti gli effetti. Il giorno di entrata in vigore è stato fissato dalla Motorizzazione per il 25 novembre. Dal 27 novembre 2023 – fino al 5 gennaio 2024 – è partita la prima fase di sperimentazione, possibile con l’ausilio di un numero ristretto di operatori professionali. Inoltre a partire dall’8 gennaio 2024, le procedure entreranno nel vivo dell’attività e saranno gestite non solo dagli Sportelli Telematici dell’Automobilista privati, ma anche dagli uffici della Motorizzazione Civile, per l’immatricolazione e la reimmatricolazione dei veicoli di rilevanza storica e collezionistica non soggetti all’obbligo di registrazione presso il PRA.
Una novità che coinvolge un numero importante di appassionati e collezionisti. Le stime, infatti, dicono che in Italia ci sono circa 4,3 milioni di auto storiche, di cui 388.000 nella lista di salvaguardia ACI. Un numero decisamente rilevante che genera un valore complessivo di 104 miliardi di euro.
Si stima, inoltre, che su 40,2 milioni di auto in circolazione, 10 milioni hanno più di 20 anni d’età. Le targhe storiche, però, non saranno assegnate a tutti. Ad essere coinvolte nel decreto saranno quei veicoli già immatricolati in Italia e radiati d’ufficio secondo l’articolo 96 c.d.s., nonché a quelli radiati per esportazione ai sensi dell’articolo 103 c.d.s.
La concessione, poi, si estenderà anche agli esemplari radiati per ritiro su area privata prima del 26 aprile 2006, ai veicoli demoliti secondo la legislazione precedente entro il 30 giugno 1998 – ma saranno esclusi quelli con contributi statali alla rottamazione – e ai veicoli mai dismessi e richiedenti la reimmatricolazione con targa storica. Ma non solo.
Perché la targa storica potrà essere rilasciata anche agli autoveicoli, ai motoveicoli e alle macchine agricole mai cessati dalla circolazione e ancora muniti di targa originale rilasciata in Italia, ma che l’hanno smarrita, distrutta o deteriorata diventando così una copia ufficiale a tutti gli effetti.
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