La Ferrari vuole tornare in alto, ed ora è il presidente John Elkann a fissare gli obiettivi. Ecco le sue parole sul futuro.
Il tempo passa in fretta, ed un’altra stagione di F1 è ormai giunta al termine. Domenica si correrà infatti l’ultima gara in quel di Abu Dhabi, una pista maledetta per la Ferrari, che qui non ha mai vinto, oltre a perdere quel famoso mondiale del 2010 con Fernando Alonso, che a causa di un’errore di strategia dovette cedere il passo alla Red Bull di Sebastian Vettel.
Da quel momento in avanti, di gravi errori ne sono stati commessi a bizzeffe, con i tifosi che non vedono un titolo iridato da ben 15 anni. La Ferrari ora ha puntato su Frederic Vasseur per rialzarsi, e l’impressione è che qualcosa si stia muovendo a Maranello, anche se il 2024, con ogni probabilità, sarà un altro anno di transizione. John Elkann è però fiducioso.
Ferrari, ecco le parole di John Elkann
In casa Ferrari si pensa al futuro, con la gestione di Frederic Vasseur che verrà messa alla prova nel 2024, quando verrà al mondo la prima Rossa nata sotto di lui. In questi giorni, John Elkann ha rilasciato un’intervista alla “BBC“, facendo il punto della situazione e facendo dei complimenti alla nuova gestione, arrivata dopo la cacciata di Mattia Binotto. Molto interessante il passaggio in cui viene messo a confronto il lavoro a Maranello con quello dei rivali.
Ecco le sue parole: “La Ferrari si sta muovendo al massimo nella direzione giusta, ed ho sicuramente visto il cambiamento positivo nel quale stavo sperando. La squadra è molto più unita e vicina nella gestione di Vasseur, ci sono numerose persone di grande talento che vogliono venire a lavorare per noi. Questo per noi è un grandissimo segnale, che ci fa ben sperare“.
Elkann ha poi lodato la gestione di Frederic Vasseur ed il suo modo di organizzare le cose: “I fattori che fanno la differenza nelle vittorie dei nostri rivali sono la responsabilità e l’agilità. Loro sono più agili e veloci, e Fred ha queste caratteristiche, avendo lavorato in questo mondo per tutta la sua vita professionale. Conosce bene tutte le operazioni che è necessario svolgere, ha operato anche in organizzazioni più piccole, più efficaci e più agili, e questo era un qualcosa che ci mancava rispetto ai nostri avversari“.
Da parte di Elkann è poi arrivata una bordata alle gestioni precedenti, nelle quali si faceva l’errore di non assumersi le proprie responsabilità: “Non abbiamo più avuto la cultura della colpevolezza da quando se ne sono andati Jean Todt o Stefano Domenicali. Ci dobbiamo assumere le nostre colpe, e la cultura della non colpevolezza era sbagliata e le deviava. Non si tratta di incolparci, ma di assumerci sempre le nostre responsabilità, questa è stata una grande differenza culturale che abbiamo avuto. Nel 2020 c’era molta delusione, in quel momento ho capito che dovevamo prendere le cose molto più seriamente, siamo riusciti poi a lavorare ed a crescere, e nel 2022 siamo stati molto forti“.