Il dibattito sulle auto elettriche andrà, probabilmente, avanti sino al 2035. Ecco cosa è emerso da alcuni studi condotti sulle EV.
Siamo davanti alla più grande rivoluzione dalla nascita dell’automobile e, come spesso accade nei cambiamenti epocali, si sono create due distinte fazioni. Vi sono quelli favorevoli al passaggio alle auto 100% elettriche, a patto di rispettare certe condizioni, e gli irriducibili petrolhead che non sono disposti a smuoversi dalle loro posizioni.
Coloro che sono cresciuti con i rombi dei motori termici, difficilmente, cambieranno opinione. Purtroppo le EV rimangono proibitive per i più e questo è un altro fattore determinante nella loro mancata diffusione. Gli italiani stanno attraversando un periodo molto complesso sul piano finanziario. Gli anni della pandemia e l’invasione russa in Ucraina hanno fatto schizzare i prezzi di tutto alle stelle.
Coloro che hanno potuto evitare di usare la macchina hanno deciso di spendere meno. In sostanza hanno quasi tutti preferito tenersi le loro care e vecchie automobili a benzina o diesel, aspettando di valutare il mercato. La fetta delle EV sul panorama generale delle automobili in Italia è irrisoria. Le EV circolanti in Italia al 30 giugno 2023 sono poco meno di 200.000, con le immatricolazioni full electric che nei primi sei mesi dell’anno sono pari a 32.684 unità.
Parliamo di numeri ridicoli rispetto ad altre Nazioni che hanno, massicciamente, investito sulla tecnologia alla spina. Alle nostre parte c’è il rischio che in futuro si crei l’effetto Havana, ovvero auto molto vecchie che circolano con vetture moderne, proprio come accade a Cuba. Paragonarsi a Paesi dalle economie forti e politiche di alto livello è inutile, l’Italia per geografia, mentalità e popolazione non può mettersi sullo stesso piano di Norvegia e realtà del genere.
Si parla spesso degli impatti positivi che avrebbero le EV sul pianeta, ma in realtà per ridurre l’inquinamento, realmente, bisognerebbe partire dal settore industriale. L’impatto del Co2 prodotto dalle auto è minimo rispetto all’inquinamento atmosferico generale. Senza dimenticare gli aerei che, di sicuro, non saranno nel breve tempo a batteria.
L’ingegnere e saggista francese Laurent Castaignede, ai microfoni di Reporterre, ha dichiarato: “Dopo il dieselgate si va dritti verso un electric gate. Prevedo che prima del 2035 ci renderemo conto del disastroso fallimento dell’elettrificazione per via del fatto che l’impronta di carbonio dei trasporti non si abbassa, che l’inquinamento diminuisce poco, e che lo spreco di le risorse metalliche sono insostenibili“.
Laurent Castaignede ha creato BCO2 Ingénierie, società di consulenza per l’analisi dell’impatto ambientale con sede a Bordeaux, ed è un luminare in materia. Il tecnico non solo ha parlato di uno spreco di risorse ma anche di una scarsa distribuzione geografica di queste materie prime. In sostanza si andrebbero a creare degli oligopoli e, per di più, se tutti caricassero le auto elettriche vi sarebbe un consumo di energia tale che darebbe un’altra mazzata all’ambiente. Si finirebbe, infatti, per ricaricare le auto elettriche, soprattutto in inverno, con elettricità utilizzando gas naturale o carbone tedesco.
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