Una delle Toyota più strane di sempre ha un curioso legame con la BMW, ed ora andremo a scoprire questo modello nei suoi dettagli.
Quando parliamo di Toyota, ci troviamo di fronte al gruppo più grande del mondo, dal momento che produce e commercializza ogni anno oltre 10 milioni di veicoli. Per farlo, serve programmazione ed organizzazione, ed in Giappone sono anni avanti a noi in tal senso. Il colosso nipponico sta vivendo una fase di grandi cambiamenti, dal momento che la nuova gestione, dopo l’addio di Akio Toyoda, ha deciso di aprire all’elettrico.
Sino a poco tempo fa, la casa degli ellissi puntava solo e soltanto sull’ibrido, essendo stata la prima al mondo a credere in questa tecnologia, ma ora si è deciso di realizzare anche auto ad emissioni zero. Come al solito, questo costruttore non vuole copiare la concorrenza, ma vuole realizzare le sue vetture a batteria in maniera originale, con tanti progetti davvero unici.
L’obiettivo è quello di ridurre i costi di produzione tramite un lavoro che dividerà i modelli in tre parti, in modo da poter semplificare il processo ed, appunto, andare a tagliare le spese, per poi vendere le vetture a costi inferiori a quelli attualmente sul mercato. In Toyota sembrano sempre davanti agli altri, ma oggi faremo un salto nel passato, parlandovi di una vecchia vettura che ha uno strano legame con un altro noto costruttore.
Toyota, guardate quanto è curioso questo modello
A partire dal 2009, la Toyota ha avviato la produzione della Verso, una monovolume costruita sino al 2018. Si è trattato di un modello che ha avuto un ottimo successo, dal momento che si trattava, come detto, di una monovolume, ma dalle dimensioni tutto sommato compatte, che la rendevano molto pratica anche dal punto di vista dell’uso urbano.
La presentazione avvenne al Salone di Ginevra del 2009, sostituendo la terza ed ultima generazione della Corolla Verso. Si trattò anche di un modello che andò a rimpiazzare vecchi modelli storici come la Avensis e la Yaris, con un design che fu realizzato dalla sezione francese della Toyota, con l’obiettivo di soddisfare i canoni dei clienti europei, ed il risultato fu centrato davvero in pieno.
Vi starete chiedendo cosa possa avere a che fare la BMW con un modello del marchio giapponese, e la risposta è molto semplice. Nel 2014, fu introdotto su quest’auto il motore diesel 1.6 D-4D di derivazione BMW da 112 cavalli di potenza massima e 270 Nm di coppia. Si trattava di un propulsore molto efficiente sul fronte dei consumi, anche se c’erano comunque dei dettagli non troppo positivi, soprattutto sul fronte della potenza massima.
Rispetto al 2.0 D-4D prodotto dalla casa nipponica, i cavalli scesero da 126 a 112, ed anche la coppia calò da 310 a 270. Tuttavia, si trattava di un’alternativa molto valida, che rende bene l’idea di quanto le case possano spesso realizzare degli accordi commerciali, di cui in molti non sanno nemmeno l’esistenza. Per il momento, non sono in ballo altre collaborazioni tra i due costruttori, ma nulla è escluso in chiave futura, in un mondo così variabile.