La F1 ha, da sempre, rappresentato la massima sfida tra rappresentati di diverse nazioni. Ecco la classifica dei più vincenti nel circus.
L’Italia era partita col botto, nei primissimi anni in F1, con campioni straordinari che avevano entusiasmato le platee sulle tribune. Negli anni ‘50 Alfa Romeo, Ferrari e Maserati erano al top e i piloti migliori erano Giuseppe Farina, campione del mondo della prima edizione del campionato del mondo, Alberto Ascari (6 vittorie in 8 gare per lui nel 1952) e Luigi Fagioli. Quest’ultimo non riuscì a laurearsi campione del mondo.
Ascari, invece, vinse un secondo riconoscimento iridato nel 1953, diventando il primo bicampione della storia. Da allora gli appassionati italiani stanno ancora aspettando che un italiano riesca a mettersi tutti dietro in graduatoria. Ci hanno provato in tanti, ma il tricolore è rimasto ancora a quota 3. C’è chi ha fatto peggio o chi non ha mai visto nemmeno un riconoscimento. Al momento possiamo metterci alle nostre spalle la Spagna che, con i due sigilli di Alonso, non ha più provate gioie mondiali.
L’asturiano riuscì ad interrompere la serie di cinque mondiali di fila, targati Michael Schumacher in Ferrari, registrando nel 2005 e 2006 due vittorie clamorose. Anche gli americani sono fermi a due sigilli. Nel 1961 Phil Hill si aggiudicò il Mondiale con la Ferrari. Nel 1978, invece, il titolo fu celebrato dal connazionale Mario Andretti. Quest’ultimo, tra l’altro, aveva origini italiane. Abbiamo avuto il piacere di averlo ai microfoni di Tuttomotoriweb.it. Ecco l’intervista esclusiva al fenomeno della Lotus.
F1, il confronto impietoso tra l’Italia e le altre nazioni
Se l’Italia soffre, Canada, Nuova Zelanda e Sud Africa hanno ottenuto un solo riconoscimento iridato. Demmy Hulme per la NZ, Jacque Villeneuve per il Canada e Jody Scheckter per il Sud Africa vinsero un Mondiale a testa. I Paesi Bassi, con l’alfiere Max Verstappen, ne hanno celebrati 3 negli ultimi 3 anni, dopo un digiuno storico. I trionfi del n.1 della Red Bull Racing hanno spedito l’Italia al settimo posto della graduatoria per nazioni all time.
Australia, Austria, Francia e Finlandia hanno celebrato 4 mondiali. Tre titoli per l’Australia se li aggiudicò Jack Brabham, mentre il quarto per l’Australia lo ottenne Alan Jones nel 1980. Per l’Austria ci pensò 3 volte Lauda, più uno di Rindt. Quattro anche i Mondiali della Finlandia con 3 piloti differenti: doppietta Mika Hakkinen, con McLaren Mercedes, dopo Keke Rosberg e prima di Kimi Raikkonen, ultimo storico campione del mondo del Cavallino nel 2007.
Al quarto posto c’è l’Argentina per merito del Padrino della F1, Juan Manuel Fangio, che vinse 5 riconoscimenti iridati con 4 auto diverse. Sul terzo gradino del podio c’è il Brasile con Fittipaldi, Piquet e Senna. Sfiorarono anche il nono sigillo con Massa nel 2008. La Germania può vantare, per distacco, il secondo posto della classifica con Michael Schumacher a quota 7 titoli, 4 a firma Vettel e 1 conquistato da Nico Rosberg, figlio di Keke, nel 2016 al volante della Mercedes.
Inarrivabili al primo posto i piloti britannici. Recordman assoluto Lewis Hamilton con 7 titoli, davanti ad altri 9 driver, 6 dei quali non sono riusciti a ripetersi: Mike Hawthorn, John Surtees, James Hunt, Nigel Mansell, Damon Hill e Jenson Button. Fecero il bis, invece, Graham Hill e Jim Clark.