Quindici miliardi di Euro: è questo il costo di una ambiziosa operazione di trasporto pubblico rivelatasi incredibilmente sbagliata. Spieghiamo cosa è successo.
Bisogna sempre valutare attentamente i propri investimenti, soprattutto quando ci sono di mezzo grosse cifre e ancora di più se quelli che si stanno maneggiando sono soldi pubblici. Ecco perché non poteva che fare scalpore la notizia di un clamoroso spreco di denaro dei contribuenti nel settore dei trasporti, avvenuto qualche anno fa. Un costo esorbitante, pari a quindici miliardi di euro, per un progetto rivelatosi sbagliato in un piccolo ma determinante dettaglio.
È successo in Francia, un paese che negli ultimi anni ha lavorato molto sul potenziamento del trasporto pubblico. Le più recenti mosse del governo transalpino sono state tutte orientate alla riduzione dell’inquinamento, e in particolare quello generato dai mezzi di trasporto privati, come appunto le automobili. Una decisione che va anche nella direzione di contrastare il problema dell’aumento dei costi del carburante.
Questa storia risale al 2014, quando la compagnia ferroviaria di stato francese investì appunto quindici miliardi di euro nel rinnovamento del proprio parco di treni. Una spesa che è servita ad acquistare 1.860 nuovi mezzi, che però si sono presto rivelati clamorosamente inadeguati alle infrastrutture della maggior parte delle stazioni transalpine. I nuovi treni erano infatti troppo grossi per passare da circa 1.300 stazioni del paese.
Questo incredibile errore si è verificato per un difetto di comunicazione tra SNCF, l’azienda che gestisce il trasporto ferroviario, e RFF, quella che invece gestisce le stazioni. Quest’ultima, prima che fosse finalizzato l’ordine dei nuovi treni, aveva trasmesso alla prima tutte le informazioni necessarie riguardo le stazioni francesi costruite nei precedenti 30 anni. Ma trattandosi di treni regionali, non si era considerato che avrebbero dovuto passare anche per stazioni rurali, edificate anche 50 anni fa.
Il Ministro dei Trasporti dell’epoca, Frédéric Cuvillier, definì l’episodio “un dramma comico”, attribuendone la responsabilità al precedente governo e alla decisione di separare SNCF e RFF. Questo curioso incidente è arrivato a costare allo Stato transalpino “solo” cinquanta milioni di euro in più rispetto ai quindici miliardi già investiti nel progetto. La nuova spesa è stata necessaria a rimodernare le 1.300 stazioni non più a norma, che prima o poi avrebbero comunque richiesto una ristrutturazione.
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