Vi sono auto che hanno un quid in più rispetto a tutte le altre. Non si tratta solo di quotazioni da capogiro e performance da brividi, ma è il fattore esclusività a fare la differenza.
I puristi sognano di possedere auto non comuni. Il desiderio di tanti, infatti, è quello di personalizzare il proprio gioiello in modo che risulti diversa da tutte le altre in strada. Quando si parla di vetture sportive inglesi, uno dei primi nomi che viene in mente è l’Aston Martin.
La casa di Gaydon oggi sta attraversando una fase di rinascita completa con i nuovi capitali del boss Lawrence Stroll. La proprietà sta investendo massicciamente sull’elettrico e persino auto a ruote alte, andando a sconfessare il DNA del brand fondato nel 1913 dal meccanico Robert Bamford e dal pilota Lionel Martin.
Tra i tanti capolavori prodotti dalla casa c’è ne uno in particolare che continua a far parlare di se dopo decenni dalla sua uscita. L’Aston Martin, ufficialmente, iniziò a produrre la Virage dal 1989 al 2000. Al salone dell’Automobile di Birmingham svelò questo nuovo filone stilistico nel 1988. La Virage andava a sostituire l’oramai datata AM V8 degli anni ‘70, di cui conservava però l’impostazione tecnica.
La trazione era posteriore, mentre a livello sospensivo era dotata di un avantreno a quadrilateri ed un retrotreno De Dion. Sotto il cofano batteva un motore V8 di 5340 cm³, alimentato ad iniezione elettronica e testata a 32 valvole. Il cambio era un automatico 3 rapporti, in alternativa manuale a 5 marce, freni a disco autoventilati con ABS e sterzo con servoassistenza variabile.
Aston Martin, il modello unico al mondo
La Vintage, lanciata in produzione per tutti i fortunati possessori di un bel gruzzolo, sprigionava 335 CV, sufficienti a garantire ottime performance, nonostante i 1790 kg di peso. Qualche anno prima a Gaydon elaborarono un prototipo molto particolare, ribattezzato come DP (Development Project) 2034. Un’auto esclusivissima che doveva rappresentare il futuro.
L’auto era costruita sul pianale dell’Aston Martin Lagonda, accorciata di quasi 3 metri per trasformarla in una coupé a due porte. L’auto è un mix tra la classicità di quel periodo e soluzioni all’avanguardia. La Vintage montava un motore V8 da 5,3 litri e un cambio manuale ZF a cinque velocità. La DB2034 fu ritirata dalla produzione, ma dato che il mondo è pieno di appassionati con grande fantasia la vettura è ritornata in vita, con una trasformazione epocale all’inizio degli anni ’90.
Molti elementi furono presi dalla Virage e il telaio rifatto per aumentare anche la tenuta di strada. La top speed risulta inferiore rispetto al modello storico, ma l’auto ha una accelerazione ottima. “Questa è una vettura magnifica, che si comporta bene a basse velocità ma risulta impeccabile anche quando viene lanciata a velocità elevate, ha quel carattere da sportiva autentica, che ispira fiducia e entusiasmo“, ha dichiarato il pilota e giornalista Tony Dron, che ha provato l’AM.
A Goodwood un collezionista ha speso circa 334.000 euro per accaparrarsi questo esemplare unico. L’auto era corredata di tutta la documentazione, con tanto di foto relative al suo rifacimento presso l’Aston Martin Works.