La storia di Saab sembra ripetersi ancora una volta, una finale già visto che potrebbe tornare di assoluta attualità. Ecco perché.
Era il 1945 è l’azienda svedese Saab, che produceva automobili, mise in cantiere la prima automobile. Il primo prototipo arrivò due anni più tardi, macchina con il volante a C che era distintivo sulle vetture di questo brand. La Saab 92 venne prodotta in circa 20 000, la prima in serie, unità prima di essere sostituito nel 1955 dalla Saab 93.
Nella sua storia ci sono state collaborazioni anche con Fiat che ha portato alla nascita della 600, ossia la nostra Lancia Delta commercializzata in Svezia e nella vicina Norvegia con marchio Saab. Nel 1989 arriva la cessione a General Motors, si arriva poi al nuovo millennio la crisi di GM nel 2008, con la crisi finanziaria mondiale e la bancarotta del colosso statunitense.
Non c’è solo Saab a pagare, perché vengono venduti diversi marchi: Hammer, Pontiac e Saturn. Nemmeno il passaggio della proprietà al produttore olandese di automobili Spyker riesce ad arrestarne il declino e nel 2011 arriva la chiusura dei battenti dell’azienda, quando la Saab Automobile AB presenta un’istanza di fallimento nel dicembre 2011.
Evergrande Group, entra in gioco nel 2012, gigante del settore immobiliare in Cina, e fonda l’azienda con il nome di NEVS – National Electric Vehicle Sweden, l’erede di Saab. La storia però si ripete, nonostante il lavoro fatto per produrre veicoli elettrici, perché nello stesso anno la NEVS ha avviato il piano di ibernazione per evitare il fallimento. Certo i dipendenti non saranno contenti perché era previsto il 95% della forza lavoro, dello stabilimento svedese della Casa.
Azienda che oggi vive a sua volta una grandissima crisi nel suo paese. Saab Planet, aveva inoltre rilevato che a gennaio poteva entrare in ballo un nuovo compratore, ma la scelta dell’ibernazione smentisce tutto quanto su una nuova proprietà o più semplicemente le trattazioni non sono andate a buon fine. La storia di Saab quindi si ripete.
Ne ha parlato l’amministratore delegato ad interim di NEVS, Nina Selander. “La nostra decisione? Arriva dopo che i negoziati tra Evergrande e i nuovi investitori non sono andati a buon fine”. Va detto però che il dirigente ha accettato questo ruolo solo due giorni prima della scelta dell’ibernazione. Intanto sono partiti i discorsi con i sindacati per garantire al personale supporto e consulenza legale, un iter che durerà sei mesi.
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