Oggi vi parliamo di un’Alfa Romeo davvero molto curiosa, che non ha nulla a che vedere con il DNA del marchio. Ecco la sua storia.
Il marchio Alfa Romeo è in un momento di grande splendore, ed il primo semestre del 2023 è una conferma assoluta in tal senso. Infatti, le vendite vanno a gonfie vele, con nuove quote di mercato acquisite, ed in gran parte il merito è del B-Suv Tonale che è nato lo scorso anno e che sta facendo registrare dei dati davvero eccezionali.
L’Alfa Romeo, a breve, toglierà i veli anche alla sua nuova supercar, che verrà svelata il prossimo 30 di agosto. Secondo le indiscrezioni, sarà un’auto da sogno, anche se sarà in vendita solo a partire dal 2026. Di certo, non era un’auto di lusso quella di cui vi stiamo per parlare, che è probabilmente stata il più grosso flop nella storia della casa di Arese.
Alfa Romeo, scopriamo la storia dell’Arna
Detto del grande momento di forma del marchio Alfa Romeo, è bene fare un salto indietro nel tempo, per parlarvi di un modello che ha ben pochi eguali. Stiamo parlando dell’Arna, una sorta di auto giapponese con il marchio del Biscione, che ha conosciuto molte critiche nel corso della sua storia. Infatti, questo modello è realizzato sulla base della carrozzeria della Nissan Cherry, con meccanica dell’Alfasud.
Secondo un sondaggio che è stato fatto qualche anno fa da “Il sole 24 ore“, sarebbe stata giudicata come l’auto più brutta in assoluto, ed ha scatenato la grande disapprovazione da parte degli alfisti più sfegatati. L’auto fu prodotta per un periodo di tempo molto limitato, dal 1983 al 1987, ed in solamente 50.000 unità e poco più.
All’epoca c’era l’obiettivo di sfidare delle compatte come la nuova Volkswagen Golf o la FIAT Ritmo, e per fare un tipo di carrozzeria di quel tipo, nacque un’alleanza con la Nissan. Ne nacque, in questo modo, una cosiddetta joint venture, che per quel periodo era una novità assoluta per ciò che riguarda il settore delle quattro ruote.
Il nome Arna, per chi non lo sapesse, era un acronimo, che stava per “Alfa Romeo Nissan Automobili S.p.A“. L’accordo fu siglato nel lontano 1980 in quel di Tokyo, e ci si accordò sul fatto che l’Arna avrebbe utilizzato la scocca della Nissan Cherry, più la meccanica dell’Alfasud, ovvero meccanica, sospensioni e motori.
Tuttavia, si trattò di un vero e proprio flop, perché la meccanica non era compatibile con il telaio, e per assemblarli, furono richieste numerose e costose modifiche. La vettura fu svelata al pubblico nel 1982, in occasione del celebre Salone di Francoforte, ed arrivò nelle concessionarie solamente l’anno dopo, e fu un vero e proprio flop.
Nel 1986, l’Alfa passò sotto la gestione della FIAT, e viste le poche vendite, il progetto venne subito bloccato, a cominciare da pochi mesi dopo. Un altro motivo era anche il cambio sfavorevole tra lire e yen, che portata i costi di produzione a salire e non poco. L’Arna non è molto gradita neanche ai collezionisti, ma ci sono ancora alcuni esemplari disponibili, con prezzi compresi tra i 3.000 ed i 5.000 euro.