E’ scomparsa da quasi 26 anni, eppure Lady Diana continua ad essere presente nel cuore di molti e ora emerge un retroscena inquietante.
Era il 31 agosto 1997 e Diana Spencer, in compagnia del suo compagno dell’epoca Dodi Al-Fayed, era da poco uscita dall’Hotel Ritz di Parigi per recarsi nell’appartamento di rue Houssaye di proprietà del padre dell’uomo. Accompagnati dall’autista Henri Paul a bordo di una Mercedes S280 avrebbero dovuto attraversare il centro città, ma inseguiti dai paparazzi, terminarono la loro corsa e la loro vita nel tunnel di place de l’Alma. Un colpo al cuore per i britannici e per tutti i sostenitori della monarchia del globo, che nella celebrità di Sandringham avevano trovato un’icona, un’ispirazione e un modello da seguire.
L’unico superstite fu la guardia del corpo del figlio del magnate Mohamed Al-Fayed, Trevor Rees-Jones che, sulla carta, avrebbe dovuto chiarire gli eventi, ma non lo fece mai davvero, lasciando libero spazio ad ogni genere di congettura, compresa quella di un sabotaggio alla vettura ordinato dalla Famiglia Reale Britannica. Il risultato delle indagini bocciò la tesi complottistica, dando il 100% della colpa a chi era alla guida sotto effetto di alcol e antidepressivi. Molti però restarono i dubbi.
L’inquietante timore di Lady Diana, cosa aveva predetto
ELe ragioni di tali perplessità sono da ritrovarsi nell’emotività scatenata dalla scomparsa improvvisa di un personaggio molto amato in tutto il mondo, così come nelle note tensioni con la Corona dopo la separazione dall’attuale re d’Inghilterra Charles.
Non bastasse, tempo dopo il tragico evento, cominciarono a farsi largo altre informazioni riguardanti alcune paure espresse dalla stessa Principessa del Galles. Nel 1995 la donna aveva infatti confidato al suo avvocato Victor Mishcon di avere una paura: quella di morire per mano del marito a seguito di un falso incidente in auto.
Questi suoi sfoghi vennero raccolti in appunti denominati Mishcon Note, consegnati l’1 settembre 1997 alle forze dell’ordine.
Ma come faceva Lady D a sapere che qualcuno stava progettando un falso sinistro? Sempre dai racconti del suo legale, emerge che avrebbe appreso l’esistenza di un piano da fonti affidabili, ma non rivelate. Tutto sarebbe avvenuto con la manomissione dei freni e con due obiettivi: la sua definitiva scomparsa, o al peggio se solamente ferita in modo grave, la sua uscita di scena dalla famiglia e dai suoi titoli.
In realtà, nonostante queste sensazioni, che forse nascondevano un fondamento, vennero presto condivise con Scotland Yard, soltanto nel 2004 la polizia metropolitana del Regno Unito avviò un’inchiesta autonoma, definita Operazione Paget. L’esito fu un faldone di ben 832 pagine che venne condiviso pubblicamente nel dicembre 2006.
Secondo il commissario John Stevens, furono 104 le circostanze sospette. Come riportato da Il Fatto Quotidiano l’oggi pensionato incontrò e interrogò Mishcon nel 2005 e questi gli confidò di non aver creduto inizialmente alle esternazioni della Principessa del Popolo, come la definì Tony Blair. “Pensava fosse paranoica, di conseguenza non aveva prestato molto attenzione alle sue parole“, ha affermato l’ex rappresentate delle autorità.
A questo proposito fu ritrovata dal suo maggiordomo Paul Burrell e pubblicata in un libro del 2003 dal titolo “A Royal Duty” una lettera della Spencer, presumibilmente del 1996 in cui parlava del tentativo di Carlo di farla fuori per promuovere la presunta amante Tiggy Legge-Bourke. Ma anche in questo caso emerge che nessuno diede peso ai suoi timori.