Dramma improvviso in F1: è morto l’ex boss, che tragedia

La notizia è arrivata a poche ore dal via della seconda giornata di azione della F1 in Austria. Scomparso ex dirigente.

Mentre il paddock del Red Bull Ring cominciava ad animarsi in preparazione al concitato sabato di competizione, una notizia si è fatta largo lasciando tutti scioccati. Se n’è andato a soli 70 anni un’importante figura del gruppo, se non altro per il compito che aveva ricoperto qualche anno fa. Attualmente dopo la promozione di Stefano Domenicali a CEO della F1, si stava occupando della materia in precedenza trattata dall’imolese, ovvero la direzione di tutte le serie su monoposto organizzate dalla FIA, ma il suo nome è soprattutto legata ad una squadra e al suo patron.

Dunque, in un giorno già funestato dal tragico incidente occorso nella gara di F3, prova di contorno della 24 Ore di Spa Francorchamps, che ha portato via l’appena maggiorenne Dilano van ‘t Hoff, un’altra storia triste ha colpito i protagonisti della F1.

Morto a 70 anni Bob Fernley
Un grave lutto ha colpito la F1 (Ansa) – Fuoristrada.it

Da sempre legato alla Force India, praticamente dall’annata della sua creazione nel 2008, l’aveva lasciata nel 2018, in concomitanza con l’acquisizione della squadra da parte di Lawrence Stroll. L’inglese, classe ’53, aveva cominciato a muovere i primi passi nel motorsport nei primi anni ’80, con la scuderia Ensign, quando aiutò Jim Crawford a conquistare il titolo britannico nel 1982.

Addio ad un ex capo della F1, in molti lo ricordano

I due, sempre assieme, passarono alla serie americana CanAm, dove il pilota giunse secondo sia nel 1983, sia nel 1984 al volante una Ensign convertita.

Poco dopo per Bob Fernley si profilò  il passaggio in IndyCar, dove prese in mano la gestione dell’equipe Canadian Tire con il fratello di Gilles Villeneuve, Jacque, oltre a curare per la Ed Pimm l’auto di Mike Curb, poi protagonista della 500 Miglia di Indianapolis del 1985.

Fuori dall’ambito motoristico si dedicò all’introduzione della fibra di carbonio nell’aviazione cinese e nell’industria della pesca danese. Non mancarono da parte sua anche delle incursioni nel settore alberghiero.

Ma fu l’amicizia con il magnate indiano Vijay Mallya a fargli compiere la svolta. Era il finire del 2007 quando l’asiatico, noto perlopiù per le sue vicende legali con il Paese d’origine, decise di acquistare la Spyker e cambiargli la denominazione.

Bob Fernaley aveva 70 anni
Addio all’ex vice-team principal Force India Bob Fernaley (You Tube)-Fuoristrada.it

Per anni i due diventeranno insperabile e l’inglese farà da ponte tra la proprietà e la fabbrica di Silverstone. La pole position targata Giancarlo Fisichella in quel del Belgio nel 2009 resterà il risultato migliore raggiunto della squadra. Nel complesso, però, a dispetto di un budget inferiore rispetto ai big, si farà notare. Addirittura nel 2016 e nel 2017 il team chiuderà al quarto posto nella classifica costruttori.

La progressiva crisi finanziaria e i guai del patron porteranno il gruppo in amministrazione controllata, fino al rilancio con il nome Racing Point a partire dal GP d’Ungheria del 2018.

Uscito immediatamente di scena Fernley tornerà in Indy con i colori McLaren per supervisionare il programma creato ad hoc da Woking  per permettere a Fernando Alonso di avvicinarsi allo storico traguardo della Triple Crown partecipando alla 500 Miglia sul circuito dell’Indiana. Un piano ambizioso che non vedrà un lieto fine, visto che lo spagnolo non riuscirà a qualificarsi.

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